I muri non sono caduti con quello di berlino, nel 1989. Anzi se ne costrusicono sempre di nuovi, un po' in tutto il mondo.
A un anno dalla costruzione del primo "
muro difensivo" al confine con la Serbia,
l'Ungheria di Viktor Orban ha annunciato oggi una nuova barriera
fortificata anti-migranti lungo la stessa frontiera meridionale.
Il premier conservatore ed euroscettico ha detto di temere
una nuova forte ondata di migranti, soprattutto se non dovesse
funzionare al meglio
l'accordo fra Ue e Turchia. Timori questi
peraltro confermati dal premier turco Binali Yildirim, che è
tornato oggi a sollecitare l'Ue sulla questione della
liberalizzazione dei visti per i cittadini turchi.
"I confini
non si possono difendere con i fiori e con giocattoli di peluche
ma con l'impiego di poliziotti, soldati e armi", ha detto Orban
alla radio nazionale.
Orban, che ha ribadito le sue preoccupazioni per l'emergenza
migranti e per la sicurezza durante l'incontro di oggi a
Varsavia fra i quattro Paesi del Gruppo Visegrad (Ungheria,
Polonia, Repubblica ceca, Slovacchia) con la cancelliera tedesca
Angela Merkel, non ha precisato quando partiranno i lavori per
la realizzazione della seconda barriera anti-migranti lungo i
175 km della frontiera con la Serbia. Una nuova barriera, ha
osservato il premier ungherese, che sarà in grado di fermare
eventualmente "centinaia di migliaia di persone". Attualmente
sono in corso rilevamenti tecnici in vista dell'avvio dei
lavori, ha detto.
Di recente l'Ungheria ha disposto l'impiego di
altri 3 mila
poliziotti a protezione del confine meridionale, in aggiunta ai
3.500 già in servizio.
Poliziotti spesso oggetto di dure
critiche per le maniere brusche e violente che userebbero nei
confronti dei migranti.
Ieri in un incontro fra i ministri
dell'Interno serbo e ungherese, Nebojsa Stefanovic e Sandor
Pinter, è stata evocata la possibile creazione di pattuglie
miste di poliziotti serbi e ungheresi da inviare alle frontiere
della Serbia con Bulgaria e Macedonia, i due Paesi da dove più
intenso è il flusso di migranti da sud. Belgrado sostiene che
nonostante la chiusura della rotta balcanica, il flusso di
migranti mediorientali non si è mai arrestato. E le autorità
dell'Ungheria, attraverso la quale lo scorso anno sono
transitati non meno di 400 mila
migranti e profughi diretti in
Europa occidentale, denunciano che malgrado le barriere
metalliche e di filo spinato erette un anno fa alle frontiere
con Serbia e Croazia, da gennaio sono state almeno 18 mila le
persone entrate illegalmente in territorio magiaro.
Per questo
il premier Orban si dice preoccupato e preme per consolidare le
barriere difensive ai confini dell'Ungheria, dove il 2 ottobre
si terrà un
referendum indetto dal premier per legittimare il
suo "no" alla politica della distribuzione dei migranti nei vari
paesi Ue decisa da Bruxelles.