lunedì 15 dicembre 2014
​27 persone arrestate in 13 città: nel mirino testate e personaggi vicine all'imam in esilio negli Usa Gulen, acerrimo nemico del presidente Erdogan. Mogherini: «Azione contraria ai valori europei».
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Il presidente turco Erdogan ha invitato l'Unione europea, che aveva protestato per la retata nel mondo dei media, a "pensare agli affari propri". Bruxelles, ha avvertito, "non interferisca con le misure intraprese e con lo stato di diritto contro elementi che minacciano la nostra sicurezza".L'operazione contro il "dissenso". Sono 27 le persone arrestate in 13 città turche nell'ambito di un'operazione di polizia giudiziaria che ha preso di mira il più acerrimo rivale del presidente filo-islamico, Recep Tayyp Erdogan. Il bersaglio erano in particolare il quotidiano più letto del Paese, Zaman, e una serie di altre testate e personaggi vicini a Fethullah Gulen, il predicatore autoesiliatosi negli Stati Uniti che ha lanciato una campagna contro Erdogan, al potere dal 2002.In totale sono stati emessi 32 mandati di cattura. A finire in manette sono finiti anche molti esponenti dell'impero mediatico di Gulen, come un dirigente del canale tv Samanylou a lui vicino e Ekrem Dumanli, il direttore di Zaman. In precedenza l'arresto era stato impedito da decine di manifestanti che si erano radunati davanti alla sede del giornale per protestare contro una perquisizione da parte degli agenti. La protesta di Ue e Usa. Contro l'operazione hanno protestato Ue e Usa. Per l'Alto rappresentante della politica estera dell'Unione, Federica Mogherini, gli arresti dei giornalisti e dei rappresentanti dei media "vanno contro i valori europei e gli standard a cui la Turchia aspira di fare parte".Il Dipartimento di Stato americano ha ricordato che "la libertà di stampa, processi giusti e un sistema giudiziario indipendente sono elementi chiave in ogni democrazia". "Come alleati e amici della Turchia", ha dichiarato un portavoce di Foggy Bottom, "chiediamo alle autorità turche di assicurare che le loro azioni non violino questi valori chiave e le fondamenta democratiche del Paese".Proteste anche dall'opposizione laica turca: il capo del kemalista Chp, Kemal Kilicdaroglu, ha denunciato "un golpe del governo contro la democrazia".La guerra sotterranea tra Erdogan e Gulen. Gli arresti segnano una nuova escalation nella guerra sempre meno sotterranea tra Erdogan e Gulen, l'imam accusato dal presidente turco di ordire un golpe utilizzando la propria influenza su magistrati, poliziotti e giornalisti. Proprio il 17 dicembre dell'anno scorso ci fu un'ondata di arresti fra ministri e collaboratori dell'allora premier Erdogan che prese di mira tra gli altri, Tufan Urguder, ex capo dell'antiterrorismo di Istanbul, e si parlò di un'operazione promossa da Gulen.Da allora Erdogan non perde occasione per denunciare l'esistenza di una struttura statale "parallela". Non a caso il procuratore capo di Istanbul, Hadi Salihoglu, ha accusato il direttore di Zaman di "aver messo in piedi un gruppo terrorista" e di aver pubblicato falsità e calunnie.Oltre a un piccolo impero mediatico che comprende anche un'agenzia di stampa e una rivista, Gulen controlla un centinaio di scuole e una decina di università in Turchia e centri di istruzione privati in 110 Paesi, dalla Francia al Sudafrica.
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