Per la prima volta il Consiglio
di Sicurezza dell'Onu supera le divergenze interne e approva
all'unanimità
una risoluzione sull'avvio di un processo di pace
in Siria e per il cessate il fuoco. Un testo fortemente voluto
dai rappresentanti dei Paesi membri del Gruppo Internazionale di
sostegno sulla Siria, nel quale
però non si fa alcun
riferimento al presidente Bashar al-Assad. Anzi, sottolinea il
segretario di Stato Usa John Kerry, sul suo futuro restano
ancora "nette differenze".
La Nato incrementa la difesa turca. Intanto, la Nato ha dato il via
libera all'invio di aerei radar, caccia e navi nel Mediterraneo
orientale per incrementare la difesa della Turchia al confine
siriano, "in considerazione della situazione instabile della
regione".
A gennaio "l'avvio dei colloqui". La risoluzione approvata dal Consiglio di Sicurezza chiede
che "il segretario generale dell'Onu Ban Ki-moon, attraverso il
suo inviato speciale in Siria, Staffan de Mistura, convochi i
rappresentanti del governo siriano e dell'opposizione per dare
il via a negoziati formali su un processo di transizione
politica urgente". L'obiettivo è di dare il via ai colloqui
"all'inizio di gennaio". "È la prima risoluzione che riguarda
il processo politico nel Paese mediorientale e rappresenta un
passo importante su cui lavorare", ha detto Ban.
SCHEDA Ecco cosa prevede la risoluzione Onu Kerry: tutti su una nuova strada. Secondo Kerry, con l'adozione del documento "per la prima
volta siamo tutti insieme su una nuova strada". Anche se
"rimangono nette differenze sul futuro di Assad". "Ma la maggior
parte dei Paesi del Gruppo Internazionale di sostegno sulla
Siria - ha aggiunto - ritiene che Assad abbia perso la
credibilità per governare". Secondo il collega francese,
Laurent Fabius, dopo il voto unanime servono garanzie
sull'uscita di scena del presidente siriano.
Maratona negoziale. Alla maratona negoziale, aperta da
Ban insieme a
De Mistura,
hanno partecipato i ministri degli Esteri di numerosi Paesi, tra
cui
Kerry e il collega russo Serghiei
Lavrov. Oltre alla
rappresentante per gli affari Esteri dell'Ue,
Federica
Mogherini, e al titolare della Farnesina,
Paolo Gentiloni.
Lavrov (Russia): un anno e mezzo per la transizione. La transizione politica in Siria non dovrebbe durare "più di un anno e mezzo". È più un auspicio che una previsione quello formulato da Serghei Lavrov, ministro degli Esteri russo. "Non vogliamo restare impantanati a tempo indefinito", ha aggiunto.
Gentiloni: ora serve il cessate il fuoco. "Quella della comunità internazionale sulla Siria è una
scommessa, ma se il processo parte le cose cambieranno", ha
sottolineato Gentiloni. "I Paesi del Gruppo hanno trovato un
accordo sulla transizione - ha aggiunto - l'auspicio è che con
questa arrivi il cessate il fuoco". Per il titolare della
Farnesina l'avvio di un processo di transizione, "se si
incamminerà lungo i binari immaginati a Vienna, provocherà un
cambiamento che inciderà sui poteri attuali di Assad e su una
sua uscita di scena".
La Giordania: arginare le differenze. "Siamo tutti impegnati a raggiungere una soluzione politica" ha assicurato Nasser Judeh, ministro degli Esteri e vice
premier della Giordania. "I Paesi non sono d'accordo su tutto,
ma stiamo cercando di arginare le differenze e di trovare un
terreno comune".
Disaccordi sulla lista dei gruppi terroristici. La Giordania sta coordinando le diverse
posizioni per definire la lista dei gruppi considerati
terroristici, partendo da un documento che riunisce le proposte
di ciascun Stato con 167 organizzazioni estremiste. Ed è
questo, insieme alla lista dei gruppi dell'opposizione che
devono partecipare alla transizione, il punto di maggiore
disaccordo con i russi.