Ci sarà anche l'Iran aI
colloqui di
Vienna, venerdì, per dare una svolta alla crisi siriana; e la novità è
la prima sostanziale nel tentativo di dare una soluzione politica a un conflitto che va
avanti da oltre cinque anni e ha seminato già 250mila vittime.È la prima volta che l'Iran, alleato del regime di
Damasco, interviene a una riunione internazionale sulla Siria,
perché non era stato invitato alle conferenza, peraltro
infruttuose, che si svolsero a Ginevra nel 2012 e nel 2014.Venerdì a Vienna saranno riuniti in una stessa stanza e
seduti a uno stesso tavolo tutti i grandi protagonisti
internazionali del conflitto: i capi delle diplomazie di Usa,
Russia, Arabia Saudita e Turchia, innanzitutto. Da Teheran,
arriverà
Mohammad Javad Zarif, grande protagonista dei
colloqui coronati, il 14 luglio, sempre nella capitale
austriaca, dalla firma allo storico accordo sul nucleare
iraniano. Zarif sarà accompagnato dai suoi vice: oltre ad
Amir-Abdollahian, anche Abbas Araqchi e Majid Takht Ravanchi.Sdoganato proprio da quella storica intesa, l'Iran dunque
rientra ufficialmente nel gioco diplomatico: una svolta
cruciale perché le petrol-monarchie sunnite del Golfo, alleate
degli Usa e acerrime nemiche di Teheran, culla dello sciismo, e
anche le forze dell'opposizione anti-Assad sostenute
dall'Occidente, finora si erano sempre opposte a un
coinvolgimento dell'Iran nei negoziati.Al tavolo, siederà
anche il capo della diplomazia Ue,
Federica Mogherini. E hanno
annunciato la loro presenza i ministri degli Esteri di
Francia,
Laurent Fabius, e
Germania, Frank-Walter Steinmeier. Ci saranno
anche
Egitto e
Libano; la Russia ha annunciato la presenza
anche dell'
Iraq.
I colloqui saranno preceduti da un incontro tra i capi
delle diplomazie di
Russia, Usa, Arabia Saudita e Turchia, il
secondo nel giro di appena una settimana.Da una parte l'Iran e la Russia, che entrambi sostengono le
forze di Assad sul terreno e dicono che Damasco deve essere
aiutato a sconfiggere "il terrorismo" prima che possa
cominciare un processo politico. Dall'altra gli Usa e gli altri
alleati regionali, Turchia e Arabia Saudita, che sostengono i
gruppi anti-Assad e insistono che il rais se ne debba andare
perché ci sia alcuna speranza di pace. Le scintille non
mancheranno.Tra l'altro gli Usa puntano ad aumentare gli
sforzi
per debellare l'Is in Siria e in Iraq, intensificando i
bombardamenti aerei, ma anche con operazioni militari sul
terreno. E la Russia accusa: "Gli Usa violano
apertamente il diritto internazionale con un'operazione aerea
in territorio siriano che non ha né il placet dell'Onu né una
richiesta delle autorità", ha messo in guardia la presidente
del Senato, Valentina Matviyenko. "Se adesso si tratta di una
sorta di operazione di terra, questo sarebbe calpestare di
nuovo e in modo clamoroso il diritto internazionale. È
inaccettabile, questo è davvero troppo".