Finanziare l’aborto con denaro pubblico? Legalizzare l’eutanasia? Aprire all’uso terapeutico della marijuana? Riconoscere le coppie omosessuali fino a consentire loro di sposarsi? A queste e ad altre domande dovranno rispondere alcuni cittadini americani che in occasione delle presidenziali del 6 novembre prossimo saranno chiamati ad esprimersi, tramite referendum, su questioni eticamente sensibili.Gli elettori della Florida dovranno decidere se impedire che soldi pubblici, provenienti cioè dalle loro tasche, possano essere destinati al finanziamento, diretto o attraverso il contributo alle assicurazioni sanitarie, di pratiche abortive. Se dovessero vincere i sì, alla Costituzione della Florida si aggiungerebbe la sezione 28 dell’Articolo 1 sulla «proibizione del finanziamento pubblico dell’aborto». Alla campagna per il sì, Say Yes on Six (Dì sì al sei), dal numero dell’emendamento alla costituzione oggetto del referendum, hanno aderito anche la Conferenza episcopale e la Convenzione battista della Florida, oltre a molti noti politici, tra cui il senatore repubblicano Marco Rubio, sempre distintosi per le sue posizioni pro-life.In Massachusetts il fronte aperto è invece quello della fine della vita. Se prevarranno i sì, lo stato del nordest degli Usa si doterà di una legge che consente ai malati terminali che ne faranno richiesta di avere accesso a dosi letali di medicinali somministrate da un medico, che quindi non incorrerà in sanzioni di alcun tipo. La Società medica del Massachusetts e molte associazioni impegnate nel sostegno a malati e disabili hanno annunciato il no che esprimeranno nelle urne. «No on two» (No per il due) è la campagna ufficiale contro l’eventualità di aprire all’eutanasia legale, che prende il nome dalla Question 2, la domanda da cui saranno interpellati i cittadini a tal proposito. La domanda successiva, la Question 3, interrogherà i cittadini del Massachusetts circa l’opportunità di legalizzare la marijuana per scopi medici. Su questioni simili, dovranno esprimersi anche i residenti in Arkansas, Montana, Colorado e Stato di Washington, con questi ultimi due chiamati ad approvare o meno la legalizzazione di produzione, distribuzione e possesso della droga.Nello Stato di Washington si voterà anche per il Referendum 74, che riguarda i matrimoni omosessuali. Agli elettori verrà chiesto se intendono approvare o respingere la legge numero 6239 con la quale il Senato statale ha inteso dare il via libera al riconoscimento delle unioni delle coppie di persone dello stesso sesso, permettendo loro di sposarsi. Se la maggioranza si esprimerà a favore della legge, nello Stato di Washington gay e lesbiche potranno sposarsi a partire dal 6 dicembre prossimo. La Conferenza episcopale locale è impegnata affinché dal referendum la legge esca bocciata. Video e documenti esplicativi sono stati diffusi attraverso i media e una lettera ufficiale è stata inviata a tutte le parrocchie dal vescovo della diocesi di Spokane Blase J. Cupich. Nella lettera, il presule invita ad un’opposizione serena ma decisa alla legge, richiamando la necessità del dovuto rispetto per la dignità umana degli omosessuali, che la Chiesa non trascura.Anche Maine, Maryland e Minnesota dovranno esprimersi a proposito dei matrimoni omosessuali. In Minnesota il referendum riguarderà la definizione legale di matrimonio: gli elettori dovranno dire sì o no a che il riconoscimento del matrimonio riguardi «esclusivamente » l’unione tra un uomo e una donna. Nel Maine invece si vuole ribaltare l’esito di un referendum del 2009 vinto dagli oppositori del matrimonio omosessuale. In Maryland, dove attualmente gay e lesbiche possono convolare a nozze, si chiederà ai cittadini se vogliono che l’attuale legge resti in vigore.