In quei vaccini in grado di salvare le vite da un male che è ormai sradicato in quasi tutto il mondo, loro vedono invece lo strumento di una macchinazione: per colpire i musulmani, per renderli addirittura sterili. Una macchinazione ordita dalla Cia o dall’intero mondo occidentale. E così hanno scatenato di nuovo una guerra nella guerra. Nel mirino sono finiti gli operatori sanitari, la cui unica colpa è somministrare i vaccini contro la poliomielite nel Paese. Ieri hanno impiegato una manciata di minuti per portare a termine il loro piano di morte. Quattro attacchi mirati e coordinati, studiati in ogni dettaglio, consumati in appena venti minuti. Sono morti così, nelle città di Karachi e di Peshawar, sei volontari pachistani: cinque erano donne. La scansione degli attentati, che non sono ancora stati rivendicati, indicano ugualmente un’unica regia: quella dei taleban che in passato hanno già lanciato i loro strali (e scatenato le loro armi) contro chi mette in opera la campagna di vaccinazioni. A Karachi, la più grande città del Pakistan con 18 milioni di abitanti, sono caduti sotto i colpi tre operatori sanitarie, tutte donne. «La squadra aveva ricevuto diverse telefonate di minacce: i lavoratori venivano accusati di portare avanti una campagna “infedele” contro la poliomielite», ha avvertito Gul Naz, un sanitario ufficiale che supervisiona il progetto medico nella zona in cui sono state uccise le donne. Un altro operatore era stato ucciso, sempre a Karachi, lunedì. Non finisce qui: sempre ieri, nella città nordoccidentale di Peshawar, uomini armati su una moto hanno sparato contro una operatrice sanitaria: la ragazza è morta subito dopo il ricovero in ospedale. Aveva solo 17 anni. Le autorità locali sono state costrette a sospendere la campagna di vaccinazioni. «Una decisione sulla ripresa della campagna verrà presa solo dopo aver valutato la situazione della sicurezza», ha sottolineato Saleem Khan, funzionario governativo del Sindh. Sharjeel Memon, ministro per l’Informazione della provincia, ha invece assicurato che d’ora in poi le squadre di volontari impegnati nella lotta alla poliomielite verranno «scortate» nelle aree considerate «a rischio». Una dura condanna per gli attacchi è arrivata anche dal premier pachistano, Raja Pervez Ashraf. «Non possiamo permetterci e non permetteremo alla poliomielite di distruggere le vite dei nostri figli», ha detto il primo ministro. Intanto per il prossimo anno il governo sta lavorando a un piano per la vaccinazione di 34 milioni di bambini che dovrebbe vedere dispiegati sul campo 25mila operatori sanitari. Il Pakistan è considerato il campo di battaglia chiave nella lotta globale contro la malattia, che attacca il sistema nervoso e può causare paralisi permanenti entro poche ore dall’infezione. Una battaglia che però sempre conoscere delle inquietanti sconfitte. Nel 2011 quasi duecento bambini sono rimasti paralizzati nel Paese: si tratta secondo quanto riporta la Bcc del bilancio più drammatico degli ultimi quindici anni. Quest’anno sono almeno i 35 bambini in Pakistan infettati.
Assassinati sei operatori sanitari: cinque erano giovani donne. Combattevano contro la poliomelite. Sospesa la campagna. Gli attacchi si sono consumati nelle città di Karachi e Peshawar. Il premier Raja Pervez Ashraf assicura: «Non permetteremo alla poliomielite di distruggere la vita dei nostri figli».
Una finta vaccinazione stanò Osama
«Eppure questo non è un Paese ostile»
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