"Nessuna pietà" per i colpevoli del crimine contro la coppia di cristiani bruciati vivi da una folla in un villaggio nei pressi di Kot Radha Kishan, nel Punjab. È quanto ha assicurato
il primo ministro pakistano, Nawaz Sharif, che ha condannato la morte dei due cristiani definendolo "un crimine inaccettabile". "Uno Stato responsabile non può tollerare che resti impunito un
linciaggio pubblico". "Ho dato indicazione al capo del governo provinciale del
Punjab a non mostrare alcuna pietà - ha aggiunto Sharif - La legge
deve fare il suo corso e punire chi è responsabile di questo atto".
Il primo ministro ha quindi sottolineato che il governo ha il dovere
di "proteggere le minoranze del paese da violenza e ingiustizia" e
promuovere "l'armonia tra le varie religioni".
«Erano sequestrati per debiti». Secondo la ricostruzione fornita dai parenti, i due giovani - Shehzad Masih di 26 anni e Shama Bibi di 24, incinta di 4 mesi e madre di tre figli - sono stati tenuti in ostaggio, per il timore che scappassero senza ripagare i debiti, nella fabbrica di mattoni per cui lavoravano in un villaggio a circa 60 km da Lahore.
Arrestate 44 persone. La polizia pachistana ha arrestato martedì 44 sospetti. Lo riporta
Express News. Oltre
460 persone sono state denunciate per aver partecipato
al linciaggio.
Il governatore del Punjab,
Shahbaz Sharif (fratello del premier Nawaz)
ha deciso di formare
una commissione di inchiesta per accelerare le indagini. Ha
inoltre rafforzato la sicurezza nei quartieri dove vive la
minoranza cristiana molto spesso perseguitata nel Paese
musulmano.
Anche l'opposizione del Partito popolare pachistano (Ppp), il
partito della famiglia Bhutto, ha condannato l'orrendo crimine e
chiesto di fare luce su quanto avvenuto.
Gli Ulema: polizia negligente. Il Consiglio degli Ulema del Pakistan, i leader religiosi islamici, chiede un'inchiesta imparziale sul caso. Un comunicato ufficiale del presidente Muhammad Tahis Ashrafi condanna la violenza esprimendo "profondo dolore per l'incidente" ma anche sottolienando che "non sarebbe avvenuto se la polizia locale non avesse mostrato negligenza". Nel mirino il comportamento degli agenti che secondo gli ulema avrebbe dovuto arrestate i due coniugi dopo la denuncia dei residenti o proteggerli nel caso in cui non fossero stati colpevoli. Il Consiglio degli Ulema ha deciso di costituire un comitato composto da studiosi provenienti da tutte le scuole di pensioero islamiche per "identificare i fattori reali dietro questo avvenimento".
Cristiani in piazza: l'Onu intervenga. C'è molta preoccupazione tra i cristiiani del Pakistan che oggi scenderanno in piazza a Lahore per manifestare il loro sdegno e chiedere giustizia e rispetto della legalità. In piazza numerose organizzazioni cristiane e gruppi della società civile insieme a cittadini musulmani. "Chiederemo anche un intervento dell'Onu - spiega padre James Channan, domenicano, diretto del "Peace center" di Lahore, centro studi impegnato nel dialogo interreligioso - Per un eseme obiettivo sulla
legge di blasfemia, sulla sua strumentalizzazione e sulle sue conseguenze, urge una analisi attenta e neutrale. Chiediamo che una apposita commissione venga in Pakistan. Se questa legge non sarà
fermata e corretta vi saranno altri incidenti e tragedie come questa. Padre Channan si dice convinto che la coppia non avesse commesso blasfemia. "E anche se fosse accertata l'accusa esistono procedure da rispettare - spiega il domenicano - non si può consentire un linciaggio o una esecuzione di massa da parte di quanti credono di essere al di sopra della legge". A preoccupare è soprattutto il fatto che
per episodi di violenza simili avvenuti in passato - a Gojra, a Shantinagar e in altri luoghi -
nessuno dei colpevoli è stato punito. "L'impunità alimenta la violenza, chiediamo alla commissione speciale creata dal governo del Punjab presenti un rapporto rapidamente e ci sia una punizione esemplare".
La condanna del ministro Gentiloni. Ferma condanna del ministro degli
esteri Paolo Gentiloni l'efferata uccisione di due cristiani
bruciati vivi in Pakistan. "Un atto vergognoso che solleva
profonda indignazione" ha detto il ministro che esorta il
Governo del Pakistan a fare tutto il possibile per assicurare
immediatamente i colpevoli alla giustizia. "Quanto è avvenuto in
Pakistan è l'ennesima inammissibile aggressione contro credenti
cristiani, colpevoli solo della loro fede. Ora confidiamo nella
giusta e pronta reazione della Giustizia pakistana". "L'Italia continuerà ad essere in prima linea in tutti consessi internazionali in difesa della
libertà di religione e nel contrasto a ogni forma di
discriminazione religiosa" ha concluso il titolare della
Farnesina.