lunedì 3 agosto 2015
Sradicamento della povertà, riduzione delle disuguaglianze tra e e dentro gli Stati, azione contro il cambiamento climatico. Sono i traguardi che le Nazioni Unite propongono per il 2030.
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I Paesi membri dell'Onu hanno definito il piano di azione per sradicare la povertà estrema entro il 2030, tenendo sotto controllo il riscaldamento globale. Dopo una settimana di negoziati al Palazzo di Vetro, gli esperti e i diplomatici di 193 Paesi hanno adottato la bozza del progetto, intitolato "Trasformare il nostro mondo: Agenda 2030 per uno sviluppo sostenibile". I negoziati sono stati presieduti da Kenya e Irlanda, e l'ambasciatore keniano all'Onu, Macharia Kamau, ha salutato come "un momento storico" la definizione del piano, che sarà adottato in via formale dai capi di Stato e di governo il 26 e 27 settembre a New York, a margine della sessione annuale dell'Assemblea generale dell'Onu. Il piano fissa 17 obiettivi di sviluppo sostenibile, il primo dei quali è "sradicare la povertà in tutte le sue forme e ovunque nel mondo". Un miliardo di persone vive con meno di 1,25 dollaro al giorno, soprattutto nell'Africa subsahariana e in Asia. Gli altri obiettivi puntano a "consentire a tutti di vivere in buona salute", "garantire a tutti l'accesso a un'istruzione di qualità" e a raggiungere "la parità di genere", eliminando tutte le forme di discriminazione e di violenza contro le donne; la Comunità internazionale si è inoltre prefissata di ridurre le disuguaglianze, garantire un "lavoro dignitoso a tutti", favorire "modelli sostenibili di produzione e consumo" e "società pacifiche e inclusive". L'obiettivo numero 13 invita i governi ad "adottare misure urgenti per contrastare i cambiamenti climatici e le sue conseguenze". A tale scopo, nel documento si sollecita la conclusione di "un accordo ambizioso e universale sul clima" alla conferenza in programma a fine anno a Parigi. Il rispetto dei 17 obiettivi, che entreranno in vigore dal 1° gennaio 2016, sarà volontario per ogni Stato, che sceglierà quali mezzi adottare per raggiungerli, ma ci saranno degli "indicatori" utili a valutare i progressi compiuti e ad assicurare un "monitoraggio sistematico". Parlando a nome del G77 (134 paesi in via di sviluppo), l'ambasciatore sudafricano Kingsley Mamabolo ha citato Nelson Mandela, dicendo tra gli applausi: "Sembra sempre impossibile, fino a quando non lo facciamo".I nuovi "Obiettivi per lo sviluppo sostenibile" - tra i quali lo sradicamento della povertà, la riduzione delle disuguaglianze tra e e dentro gli Stati, l'azione contro il cambiamento climatico- costeranno al mondo fra i 3,3mila miliardi e 4,5mila miliardi di dollari, una forbice entro la quale si colloca il budget federale degli Stati Uniti:3,8 mila miliardi di dollari.
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