giovedì 19 gennaio 2012

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Nel mondo una gravidanza su cinque finisce con l’aborto. Nel 2008 ci sono state quasi 44 milioni di interruzioni di gravidanza (43,8 per la precisione), il 49% delle quali clandestine. Sono i numeri principali resi noti dall’Organizzazione mondiale della sanità e dall’americano Guttmacher Institute (istituzione favorevole all’aborto) pubblicati ieri sera sulla rivista scientifica internazionale Lancet. I dati diffusi sono spaventosi: il tasso medio mondiale di aborti ogni mille donne tra i 15 e i 44 anni è di 29 nel 2003 passando nel 2008 a 28 (24 nei Paesi sviluppati, 29 in quelli in via di sviluppo), mentre nel 1995 era di 35. Il tasso di aborti giudicati pericolosi dai curatori del rapporto (impegnati a legalizzare l’aborto in tutto il mondo) è altissimo in Africa – il 97% – e nel sud dell’Asia – 65% – mentre in Europa quasi tutti gli aborti clandestini sono nei Paesi dell’Est (13%). Un altro dato impressionante riguarda il tasso di gravidanze che si concludono con un aborto: sono il 21% del totale delle gravidanze nel mondo. A livello regionale il numero di interruzioni diminuisce lievemente in Europa e Nord America, è stabile in Oceania mentre aumenta moderatamente in Africa, Asia e America del Sud.Quanto all’Italia, i dati dell’ultimo rapporto del Ministero della Salute, come noto, confermano il trend di una progressiva ma sempre troppo lenta diminuzione delle interruzioni di gravidanza (115.372 nel 2010, con un calo del 2,7% rispetto al 2009 e del 50,9% rispetto al 1982, anno in cui si è registrato il più alto ricorso all’aborto, ma con una natalità molto più elevata). Il tasso di abortività nel 2010 è risultato pari a 8,2 per 1.000 nati, con un decremento del 2,5% rispetto al 2009 e del 52,3% rispetto al 1982. Il rapporto di abortività (numero delle interruzioni per 1.000 nati vivi) è di 207,2 per mille, in linea con i dati mondiali.Nel complesso, malgrado l’estensione dei Paesi dove l’aborto è lecito e dei casi in cui interrompere una gravidanza non è più considerato un reato, e nonostante la massiccia propaganda globale a favore di contraccettivi d’ogni tipo, gli aborti nel mondo vanno crescendo. Il rapporto Oms-Guttmacher, manco a dirlo, punta il dito contro le leggi restrittive che ancora vigono in molti Paesi. Ciò che si legge nello studio preoccupa, se possibile, ancor più dei dati per l’assoluta mancanza di consapevolezza del valore della vita nascente che continua a trasparire nelle grandi e ricche istituzioni internazionali, mascherata sotto l’abituale linguaggio elusivo: «Le gravidanze indesiderate avvengono ovunque – scrivono Gilda Sedgh e Iqbal Shah, i principali autori del rapporto –. Se si vogliono raggiungere gli obiettivi dell’Onu sul benessere delle donne è necessario introdurre misure per migliorare i servizi di pianificazione familiare e l’efficacia dell’uso dei contraccettivi, oltre ad assicurare l’accesso a un’interruzione di gravidanza sicura per la salute». Finché questi documenti non saranno sfiorati da alcun dubbio, difficile che l’annuale uccisione di milioni di innocenti possa aver fine.

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