A soli sei giorni dal suo avvio si è già
enormemente complicata
l'offensiva, che pure era sembrata arrembante,
per strappare Mosul allo Stato Islamico: forze regolari irachene e
peshmerga curdi sono infatti incappati non solo nella prevedibile
resistenza a oltranza delle milizie jihadiste, che si sono
abbandonate a esecuzioni sommarie di massa. E forse non è un caso se
proprio
oggi a Baghdad è giunto il capo del Pentagono, Ashton
Carter, che per fare il punto della situazione
incontrerà tra gli
altri il premier Haider al-Abadi.
Gli uomini del califfato nero hanno sconvolto il quadro bellico
con il
contrattacco di ieri su Kirkuk, un centinaio di chilometri
più a sud, roccaforte in apparenza inespugnabile: all'indomani
dell'assalto, sono ancora asserragliati in diversi quartieri della
città, impegnando in battaglia le teste di cuoio.
Nel frattempo però i
guerriglieri del Daesh hanno altresì escogitato un diversivo che,
sul breve-medio periodo, rischia di risultare persino più
distruttivo dei combattimenti: con l'intento di ostacolare il nemico,
già due giorni fa
hanno fatto saltare in aria un impianto chimico
per il trattamento dello zolfo estratto dal giacimento di al-Mishraq,
villaggio situato 55 chilometri a sud di Mosul, e l'adiacente
deposito dei prodotti derivati.
Si è così sviluppato un enorme incendio, sull'intera
zona si sono propagati vapori tossici che hanno presto raggiunto
diversi centri abitati. Secondo il generale Qusay Hamid Kadhem,
portavoce delle unità speciali di stanza nell'installazione,
si registrano già
due morti tra la popolazione mentre per il
sindaco della cittadina, Saleh al-Jabouri, le persone rimaste
intossicate dalla nube velenosa ammontano a oltre cento, otto
tra le quali versano in gravi condizioni.
Quanto al capoluogo, i seguaci di Abu Bakr al-Baghdadi
hanno ritorto sugli abitanti inermi la loro furia:
non meno di
284 tra uomini adulti e ragazzi sono stati sequestrati e
giustiziati, i loro corpi gettati nelle fosse comuni ricoperte
poi di terra con i bulldozer. Rastrellamenti nelle località
circostanti hanno inoltre portato alla
cattura di ben 550
nuclei familiari, i cui componenti gli estremisti intendono
sfruttare quali scudi umani.
Infine,
seconda vittima in due giorni tra gli operatori
dell'informazione: se
ieri un giornalista di un'emittente
televisiva turcomanna era stato assassinato a Kirkuk da un
cecchino jihadista, oggi sorte analoga è toccata a
un giovane
cameraman che stava riprendendo gli scontri nel villaggio di
al-Shoura, periferia sud di Mosul.
L'offensiva intanto continua. Le forze irachene hanno fatto di nuovo irruzione ad al-Hamdaniya, 27 chilometri a est di Mosul. Le truppe irachene sono entrate anche nella regione cristiana intorno a Qaraqosh, a circa 20 chilometri da Mosul. La bandiera irachenasventola sulla chiesa di Bartella, uno dei principali villaggicristiani.