«Seguendo le istruzioni del signor arcivescovo, vi comunico che monsignor Jesús Delgado, è stato sospeso da tutte le funzioni sacerdotali, pastorali e amministrative, poiché abbiamo ricevuto una denuncia per abuso sessuale di minori nei suoi confronti. Immediatamente abbiamo proceduto alla sospensione “a divinis universae” e la processo canonico corrispondente». Con queste parole
monsignor Rafael Urrutia, responsabile delle relazione esterne dell’arcidiocesi di San Salvador, ha annunciato sospensione del vicario generale dell’arcivescovado della capitale, accusato di pedofilia. Un episodio drammatico, di cui la Chiesa ha chiesto perdono. “Dispiace infinitamente che si verifichino simili episodi, chiediamo perdono alla vittima e invitiamo i fedeli di pregare”, per la conversione di tutti. Dopo settimane di indagini e riunioni con i protagonisti, gli investigatori ecclesiastici hanno appurato che le versioni di monsignor Delgado e della vittima coincidono. Quest’ultima – che ora ha 42 anni – ha denunciato di essere stata abusata dal sacerdote da quando aveva nove anni fino ai 17. La donna non ha chiesto alcun indennizzo, solo che monsignor Delgado lasci il ministero e si scusi pubblicamente. Cosa che – ha dichiarato ancora Urrutia – padre Chus (come viene chiamato l’ex vicario generale), intende fare.
La grave vicenda coinvolge una figura molto nota della Chiesa salvadoregna. Monsignor Delgado è stato co-postulatore della causa di Óscar Romero, beatificato a San Salvador il 23 maggio scorso. Negli anni in cui quest’ultimo è stato alla guida dell’arcidiocesi della capitale – dal 1977 fino all’omicidio, il 24 marzo 1980 -, padre “Chus” aveva conosciuto da vicino l’arcivescovo e aveva svolto in alcune occasioni le funzioni di suo segretario. Per tale ragione, prima della sospensione, era impegnato – come storico - anche nel processo di canonizzazione primo vescovo martire d’America e in quello di beatificazione di padre Rutilio Grande, ucciso da uno squadrone della morte il 12 marzo 1977. Entrambi incarichi da cui ora è stato rimosso. La vicenda, in ogni caso, ha detto monsignor Urrutia, non avrà alcuna ripercussione su tali cause.