Mentre a Kobane infuria la battaglia tra i jihadisti dell'Isis e le forze curde che tentano disperatamente di salvare la città siriana, l'inviato speciale delle Nazioni Unite per la Siria Staffan de Mistura ha lanciato oggi da Ginevra un appello alla Turchia per scongiurare la caduta di Kobane: "Cosa fare spetta alle autorità di Ankara deciderlo", ma la Turchia potrebbe consentire al flusso di "volontari" di entrare in Siria per difendere la cittadina a maggioranza curda a ridosso del confine turco-siriano assediata dall'Isis, "per evitare un massacro".
Riappare lo spettro di quanto già visto nel cuore dell'Europa, nei Balcani. "Kobane non deve essere una nuova Srebrenica -, ha sottolineato Staffan de Mistura -. Se Kobane / Ayn al Arab cade, sappiamo di cosa l'Isis è capace: ricordate Srerenica?". E poi ha ricordato anche il genocidio in Ruanda. L'inviato speciale dell'Onu ha sottolineato che circa 500-700 persone anziane e altri civili sono intrappolati nella città, mentre 10.000 a 13.000 sono vicino al confine tra Siria e Turchia.
Per il diplomatico, tutto quanto può esserlo deve essere fatto per frenare l'avanzata dell'Isis. In particolare, de Mistura ha lanciato un appello alla Turchia affiché consenta ai "volontari" di entrare nella città con "equipaggiamenti sufficienti" e contribuire alle operazioni di autodifesa. Se non si agirà per proteggere i civili e fermare l'Isis "noi tutti e la Turchia, rimpiangeremo di aver perso l'occasione di fermare l'Isis", ha aggiunto.
Le milizie curde stanno opponendo una durissima resistenza di fronte all'avanzata dell'Isis a Kobane, la cittadina siriana a maggioranza curda al confine turco assediata da tre settimane. Secondo l'Osservatorio nazionale per
i diritti umani in Siria (Ondus), i jihadisti proseguono i loro
attacchi con uomini e artiglieria da sud, sud-est e sud-ovest.
Le fonti affermano che le milizie curde resistono attorno al
"quadrato di sicurezza" nel centro di Kobane, dove ha sede il
quartier generale delle Forze di difesa curde (Ypg).