Quattro ragazzi decapitati dai jihadisti dello Stato islamico in Iraq perchè si sono rifiutati di convertirsi all'Islam. Un fatto orribile, ma che rappresenta solamente la punta dell'iceberg di quanto sta accadendo in Iraq e Siria per mano di terroristi che sventolano la bandiera della religione islamica, ma sanno usare solo la violenza.
A denunciare questa vicenda è stato un prete anglicano, per anni vissuto a Baghdad ma ora residente in Israele. I ragazzi cristiani, tutti sotto i 15 anni hanno preferito il martirio piuttosto che abiurare alla propria fede. In un'intervista apparsa sul sito dell'Orthodox Christian Center, il reverendo britannico Andrew White ha affermato di aver ricevuto una telefonata durante la quale un membro della comunità cristiana irachena gli ha raccontato che i quattro ragazzi sono stati decapitati dall'Isis in una località non precisata della regione irachena di Ninive, a nord di Baghdad.
Per il momento è impossibile verificare in maniera indipendente le affermazioni di White, intervistato durante la sua permanenza in Israele. Secondo lo stesso prete, lui ha dovuto lasciare Baghdad per motivi di sicurezza su ordine
dell'arcivescovo di Canterbury. Resta il fatto che che centinaia di migliaia di persone sono dovute fuggire man mano che i jihadisti del califfato avanzavano. Molti di quelli che non sono riusciti a fuggire, se non islamici e non sottomessi pienamente ai conquistatori, sono stati uccisi. Ci vorranno anni per avere un'idea chiara di questa vera e propria mattanza etnica e religiosa.