"Padre Paolo Dall'Oglio è vivo e sta
bene. Si trova in una prigione posta nelle vicinanze della
cittadina siriana di Raqqa e controllata da militanti iracheni
dello Stato Islamico. Nella stessa prigione potrebbero trovarsi
altri ostaggi occidentali, tra cui le due cooperanti italiane
rapite di recente". Lo ha rivelato in un'intervista al
Corriere
della Sera il 74enne Michel Kilo, intellettuale di Damasco che
dai primi anni Settanta è una delle voci più forti tra le
opposizioni di sinistra alla dittatura siriana.
Dall'Oglio, continua l'intellettuale, "originariamente venne
rapito da militanti dello Ahrar al-Sham. Questi però poi lo
hanno consegnato ai capi dello Stato Islamico". "Per molti mesi
è stato rinchiuso nel palazzo del governatorato di Raqqa". "Con
lui sono stati tanti altri prigionieri occidentali, credo anche
James Foley". "Adesso mi dicono sia in un carcere diverso. I
suoi carcerieri sarebbero jihadisti iracheni, meno affidabili
dei precedenti, più pericolosi di quelli siriani di Raqqa. Con
lui, non nella stessa cella, potrebbero esserci anche le due
italiane". E al giornalista che gli chiede se siano in corso
trattative Kilo risponde: "prima c'erano. Ma adesso per
Dall'Oglio la situazione si sta complicando, rischia molto più
di prima". "La partecipazione militare italiana alla nuova
coalizione guidata dagli americani contro lo Stato Islamico
introduce l'elemento politico". "Lo abbiamo appena visto con la
decapitazione dell'ostaggio inglese. I jihadisti ricattano e
puniscono i Paesi che si alleano contro di loro".