Cristiani nel mirino in Libia. Uccisi senza pietà a Sirte il 23 dicembre una coppia di medici copti egiziani e la loro figlioletta di 13 anni, portata via da un commando armato, trovata morta l'indomani. Risparmiate altre due sorelline che si trovavano in casa al momento dell'irruzione. Il movente religioso dell'attacco è confermato dal fatto che gli assassini non hanno portato via il denaro, nè i gioielli. La coppia viveva a Jaref, 60 km da Sirte, ed era in Libia da 15 anni.
Negli ultimi anni in Libia ci sono stati numerosi attacchi contro copti egiziani, che in 50.000 lavorano nel Paese nordafricano, per lo più nell'edilizia e nell'artigianato. A febbraio sette di loro erano stati ritrovati uccisi con colpi
di pistola a Bengasi.
Sirte, la città natale di Muammar Gheddafi, è controllata da milizie islamiste tra cui Ansar al-Sharia che lo scorso mese è stata inserita dal Consiglio di sicurezza dell'Onu nella lista delle organizzazioni terroristiche. Sirte dista 500
chilometri da Tripoli e si trova nella zona vicino al confine fra Tripolitania e Cirenaica in cui si confrontano i miliziani islamisti e di Misurata che hanno occupato Tripoli e i soldati fedeli al governo libico rifugiatosi a Tobruk.
Continuano intanto in Libia gli scontri armati. È di almeno
22 soldat uccisi il bilancio dell'attacco degli islamisti della
Coalizione dell'alba (Fajr) ad un deposito petrolifero nel porto di
Es Sider, importante terminale per il greggio. I combattimenti hanno già ridotto la produzione di petrolio in Libia a 352.000 barili al giorno, ha riferito un portavoce della compagnia petrolifera nazionale Noc, spiegando che al momento sono
operativi solo i pozzi di Brega, Sarir, Messla e le piattaforme
offshore. I due terminal di Es Sider e Ras Lanuf, al confine fra
Tripolitania e Cirenaica, sono entrambi chiusi dai giorni
scorsi, quando è scattata l'offensiva dei miliziani alleati
della coalizione Misurata-islamisti che da agosto controlla
Tripoli.