All’interno, altre 60 fotografie riassumono la
distruzione di una città una volta simbolo di dinamismo. L’autore è il
siriano Muzaffar Salman, 39 anni, noto in Italia per aver vinto, a Roma
nel 2006, il Premio del concorso internazionale “Sguardi incrociati”
dedicato ai fotografi under 30. “Punto Zero”, spiega Salman, è il nome dato dalla gente di Aleppo ai varchi aperti nei muri delle abitazioni per poter passare di casa in casa sfuggendo ai cecchini. Passaggi che hanno collegato centinaia di case, creando così un unico spazio tra commercianti, contadini, operai e studenti. “Punto Zero” è anche, aggiunge, il livello di sensibilità della coscienza mondiale di fronte alla guerra in Siria. Salman ha lavorato per anni per il quotidiano siriano al-Watan.
Fino all’estate 2011, quando è stato licenziato per la sua partecipazione alla “manifestazione degli intellettuali”. Ha collaborato in seguito con diverse agenzie tra cui l’Associated Press e Reuters. Per le sue foto, il governo siriano lo ha arrestato. Fuggito dalla Siria, ha raggiunto prima il Libano per poi trovare rifugio in Francia presso la Maison des journalistes, che accoglie i giornalisti costretti all’esilio. La mostra durerà fino al 15 settembre.