Gentile direttore,
ho letto con attenzione il commento dal titolo «Male la prima, direttore. Sull’evasione sbaglia indirizzo», pubblicato a pagina 6 di Avvenire del 30 luglio. Vorrei subito sgombrare il campo da qualsiasi dubbio, la mia “battuta” ironica era indirizzata a tutti coloro che non rispettano le leggi ma confidano sempre in una sanatoria o in un condono per espiare i propri comportamenti scorretti. Nessun riferimento, quindi, ai princìpi solidaristici della cultura cattolica che hanno sempre ispirato i miei comportamenti e la mia vita. Mi scuso se le mie parole possano aver creato fraintendimenti o aver urtato la sensibilità di qualcuno. Approfitto dell’occasione per porgere un cordiale saluto a lei e ai suoi lettori.
Rossella Orlandi, Direttore Agenzia delle Entrate
Accolgo molto volentieri la precisazione del Direttore della Agenzia delle Entrate, e apprezzo la semplicità e la franchezza con cui si scusa per la battuta con cui aveva accostato la cultura cristiana del «perdono» e la purtroppo vasta pratica dell’evasione fiscale nella speranza di un «condono». Le scuse, a differenza dell’evasione, sono una pratica civilissima e, questa sì, molto cattolica, che in Italia meriterebbe di avere più frequente e utile diffusione... Buona la seconda, dunque. Grazie e auguri sinceri alla dottoressa Orlandi per il suo prezioso e non facile lavoro.