giovedì 15 maggio 2014
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Sono forme di pietra o metallo. A volte, però, le statue possono incarnare l’essenza di un popolo, le sue sofferenze e le sue speranze. Per questo, il progetto lanciato dalla Fundación Romero di San Salvador, presieduta da monsignor Ricardo Urioste – in collaborazione con il governo del Paese centramericano – è ben più di un’iniziativa artistica. L’idea di installare nel cuore dell’Eur di Roma, in quella parte di verde chiamata “Giardino El Salvador”, il monumento di Oscar A. Romero significa fare memoria del passato recente e trovare là lo slancio per costruire il futuro. L’arcivescovo - assassinato durante la Messa a causa del suo impegno in favore della giustizia, il 24 marzo 1980 – scelse di accompagnare e condividere le sorti del popolo. Un popolo di poveri che trova nelle sue parole, da oltre 35 anni, l’ispirazione per guardare avanti. “Il ricordo di monsignor Romero - spiega Aida Luz Santos De Escobar, ambasciatrice del Salvador a Roma – è un messaggio forte soprattutto per i giovani”. Da questa consapevolezza, nasce l’idea di costruire la statua in Italia dove risiedono 50mila salvadoregni, la terza comunità latina. L’intera collettività della Penisola ha dato vita a una maratona di solidarietà per raggiungere i 21mila euro necessari al completamento dei lavori. Ad aiutarli, privati e associazioni italiane, perché il messaggio di monsignor Romero non ha confini. Milano, capoluogo dei migranti salvadoregni, riuniti nella comunità Romero, è in prima linea nella raccolta (www.com-romero.org). Che procede, nonostante la crisi. “Vorremmo che il monumento potesse essere inaugurato ad settembre – racconta Deidamia Calderón, che sta coordinando l’iniziativa -, per la festa dell’indipendenza”.
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