lunedì 7 novembre 2011
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​La trilogia di Stieg Larsson per farsi compagnia in auto nel tragitto tra casa e lavoro, oppure I Promessi Sposi in sottofondo sull’iPod, così c’è l’interrogazione da preparare e non te ne accorgi nemmeno. I numeri saranno ancora lontani da quelli di altri Paesi, ma da qualche tempo anche in Italia l’audiolibro non è più considerato una trascurabile curiosità.Cresce l’abitudine, cresce il consumo e contemporaneamente cresce l’offerta. Un paio di anni fa, sul mercato italiano, i titoli di letteratura da ascoltare non erano più di duecento, mentre oggi la cifra sfiora e forse supera il migliaio. Effettuare il calcolo non è del tutto semplice, perché occorrerebbe distinguere tra audiolibri “puri” (il cd o la sola traccia audio disponibile in download) e le edizioni che accompagnano al libro tradizionale la rispettiva versione “parlata”. E complesso, di conseguenza, è il computo del fatturato prodotto da questo settore. I dati diffusi dall’Associazione italiana editori in occasione della recente Buchmesse di Francoforte indicano una cifra complessiva di 700mila euro, dato sostanzialmente invariato rispetto al 2010 nonostante l’obiettiva vivacità del settore. Nel quale le grandi sigle si trovano a competere sempre più spesso con realtà relativamente piccole, che hanno sviluppato competenze specifiche. Per quanto riguarda le major, fra le proposte più recenti spicca l’integrale della Divina Commedia interpretata dall’attore Ivano Marescotti per Zanichelli e l’ampliamento del catalogo Salani, nel quale già si trovano, tra l’altro, la versione audio dei primi capitoli della saga di Harry Potter e una suggestiva antologia della poesia occidentale letta e commentata da Roberto Mussapi. Ora la stessa sigla lancia il progetto Libri Vivi (www.librivivi.com), ispirato a una singolare convivenza fra prodotti digitali: compri Il canto di Natale di Dickens in cd e ottieni il diritto a scaricare l’opera in formato ebook. Da un lato l’operazione fa storcere il naso ai puristi dell’audiolibro, che nella sua canonizzazione anglosassone è il testo e nient’altro che il testo, per la voce di un solo interprete e senza musiche di accompagnamento né altri effetti sonori (i Libri Vivi, invece, coinvolgono più attori, prevedono una colonna sonora e tutta la rumoristica del caso). Su un altro versante, però, la trovata può fare da spunto per un duplice, importante chiarimento: gli audiolibri sono libri, e sono libri digitali.La conferma viene da Fabio Bezzi, fondatore con Luca Vittori di Alfaudiobook, una delle poche realtà che, oltre a proporre letture di classici, investono anche sui libri parlanti di autori esordienti. Da qualche mese Bezzi è presidente di Aeda, un acronimo che sembra il femminile del classicheggiante “aedo”, e cioè il cantore dell’epica orale, e sta invece per Associazione editori audiolibri (www.aedaudiolibri.it). Sei le sigle rappresentate al momento: non molte, d’accordo, ma tutte dedite esclusivamente alla produzione e distribuzione di registrazioni di altà qualità. «Sì, l’audiolibro è un libro a tutti gli effetti – spiega il presidente di Aeda –, sia per quanto riguarda la disciplina Iva sia per la regolamentazione degli sconti. Ed è un libro digitale, come e prima dell’ebook. Questo significa che, se negli ultimi anni il settore ha conosciuto una crescita costante pur senza essere vertiginosa, anche nel mondo dell’audiolibro si preferisce ormai scaricare il file mp3 dalla rete anziché acquistare il cd. Lo dico con rammarico, perché personalmente sono molto affezionato all’idea del disco come oggetto, ma senza nessuna preoccupazione. Certo, so benissimo che l’aumento del download aumenta i rischi di copia e diffusione illegale, ma credo che sia un pericolo da correre. Se mi passa il paradosso, l’audiolibro avrà vinto la sua battaglia quando inizierà a essere oggetto di pirateria così come, un decennio fa, hanno iniziato a esserlo le hit della musica pop. Ecco, quel giorno significherà che l’audiolibro è diventato anche da noi un prodotto familiare e di successo».Già ora, del resto, la pratica del download è prediletta dagli ascoltatori più giovani. «Per il resto – aggiunge Bezzi – chi ricorre all’audiolibro è solitamente il lettore forte, che sfrutta ogni occasione e ogni piattaforma per prolungare quello che potremmo definire “il piacere del testo”». Largo ai romanzi diffusi dall’autoradio, dunque, ma anche a inattesi connubi fra tecnologia e didattica. «Mi è davvero capitato che un ragazzo ci ringraziasse perché la nostra versione dei Promessi Sposi gli era stata d’aiuto durante l’anno scolastico», racconta Cristiana Giacometti del Narratore Audiolibri, un progetto nato nel 1999 e unanimemente considerato il pioniere del settore. «Fin da allora – ricorda – Maurizio Falghera e io, unendo le nostre esperienze e sensibilità, avevamo scommesso sulla diffusione degli audiolibri attraverso il web. Avevamo l’ambizione di una struttura internazionale, tant’è vero che il nostro primo server si trovava in California e avevamo avviato una collaborazione con l’Università di Sydney, in Australia. L’obiettivo? Creare una biblioteca di classici italiani in formato audio, che chiunque, in qualsiasi parte del mondo, potesse scaricare gratuitamente». Intuizione troppo precoce, probabilmente. «Le connessioni, almeno nel nostro Paese, erano molto lente – concorda Cristiana Giacometti – e venne a mancare l’appoggio istituzionale che ci eravamo augurati. Non per questo abbiamo desistito: siamo tornati a offrire il download nel 2007, in un contesto in gran parte più favorevole, ma nel frattempo avevamo avviato la produzione di audiolibiri. Oggi il nostro portale (www.ilnarratore.com) fa da punto di riferimento per quanto c’è di ascoltabile nella produzione nostra e di altri editori indipendenti. Ci rivolgiamo a una comunità di circa 20mila persone e siamo ancora convinti che l’audiolibro sia, anzitutto, una forma di promozione della lettura. Per questo collaboriamo volentieri con le biblioteche anche attraverso donazioni, come quella che abbiamo consegnato pochi giorni fa all’Aquila».Resta il nodo del copyright. Dal punto di vista giuridico quelli degli audiolibri rientrano nei cosiddetti «diritti secondari», la cui titolarità spesso non coincide con quella dell’edizione cartacea. Da qui la necessità di trattative che possono rivelarsi tortuose. A meno che non si riesca a concludere un accordo-quadro, come quello che lega Feltrinelli a Emons, forse la più visibile fra le realtà che operano in questo settore, se non altro per la notorietà delle voci coinvolte (Claudio Santamaria per tutto Millennium e Alba Rohrwacher per uno strepitoso Il buio oltre la siepe, giusto per citarne un paio).

«Ma ci sono anche autori che leggono volentieri le proprie opere, come Erri De Luca e Gianrico Carofiglio – sottolinea Silvia Nono, che guida la redazione di Emons –. Gli attori, in ogni caso, si sentono molto valorizzati da un’iniziativa come questa, che si basa su un’interpretazione asciutta, niente affatto istrionica, e proprio per questo tanto più interessante per un artista». E la collaborazione con Feltrinelli? «Funziona sul principio del 50% – risponde Silvia Nono –. Loro pensano ai diritti, noi organizziamo la registrazione e distribuiamo, sia in cd sia in download. Inoltre è innegabile che una coedizione di questo tipo ci garantisce un buon posizionamento in libreria, dove l’audiolibro continua a essere ritenuto un oggetto ibrido, di difficile collocazione. Il cambiamento di mentalità, però, è ormai in atto, ce ne accorgiamo sempre di più. Anche se resta molto da fare». E moltissimo da ascoltare.

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