Il
settore sanitario "continua ad essere tra i più colpiti dal
virus della corruzione: ben 2 milioni di italiani hanno pagato 'bustarelle' per ricevere
favori in ambito sanitario e 10 milioni hanno effettuato visite
mediche specialistiche in nero". Non solo: "
Corruzione e frodi nella sanità valgono 6 miliardi di euro, il
5% della
spesa sanitaria pubblica. Risorse importanti distolte dai
servizi sanitari a causa di corruzione e frodi. Denaro in meno per l'innovazione e e le cure ai pazienti". Sono parole del sottosegretario all'Istruzione, Università e Ricerca,
Davide Faraone, in occasione della prima Giornata nazionale contro la corruzione in sanità. Occosione nella quale è stato presentato il
Rapporto sulla percezione della corruzione di Transparency Italia, Censis e Ispe-Sanità e Rissc sul tema.
Un giro illegale enorme di denaro, quindi, sulla pelle di chi sta peggio, malati, anziani, persone meno abbienti.
"La sanità, per l'enorme giro di
affari che ha intorno e per il fatto che anche in tempi di crisi
è un settore che non può essere sottovalutato, è il terreno di
scorribanda da parte di delinquenti di ogni risma". Ha poi affermato il presidente dell'Autorità nazionale anti corruzione,
Raffaele Cantone. Che però ha sottolineato: "Abbiamo comunque una sanità che assicura standard elevatissimi. Ma va considerato che la corruzione abbassa anche il livello dei servizi".
Quanto ai numeri, Cantone invita alla cautela, difficile quantificare in modo esatto, ovviamente, "ma credo che vi sia un problema molto significativo, sia di sprechi sia di fatti corruttivi". Per questo, ha avvertito, "siamo
intervenuti mettendo in campo un nuovo
piano anticorruzione
concordato anche con i tecnici del ministero della Salute".
Occorre tenere conto come ormai la corruzione si sia oggi
"trasformata e la mazzetta tradizionale - ha detto Cantone - è rimasta
quasi solo un ricordo". Il trend è comunque "stabile - ha
aggiunto - ma la sanità è il settore in cui il problema della
corruzione è sempre stato alto, confermandosi ai primi posti per
rischi corruttivi".
Tornando all'indagine in una azienda sanitaria su tre (37%) si sono verificati episodi di corruzione negli ultimi 5 anni, "non affrontati in maniera
appropriata". Lo affermano i dirigenti delle 151 strutture
sanitarie che hanno partecipato all'indagine sulla percezione
della corruzione, realizzata da Transparency International
Italia, Censis, Ispe-Sanità e Rissc.
Il 77% dei dirigenti sanitari, rileva
l'indagine, ritiene che ci sia il rischio concreto che
all'interno della propria struttura si verifichino fenomeni di
corruzione. Due sono gli ambiti che si prestano maggiormente
alle pratiche corruttive: quello degli appalti e quello delle
assunzioni di personale. Al primo posto, l'83% dei dirigenti
sanitari indica i rischi che si annidano negli acquisti di beni
e servizi e il 66% nella realizzazione di opere e
infrastrutture, mentre il 31% sottolinea la possibilità che si
seguano scorciatoie illecite nelle assunzioni.
Molto, sottolinea lo studio, è stato comunque fatto negli
ultimi anni per prevenire i casi di corruzione in ambito
sanitario: il 97% delle strutture sanitarie ha adottato uno
specifico Codice di comportamento dei dipendenti integrativo
rispetto a quello previsto per i dipendenti pubblici, il 93% ha
predisposto un Regolamento per le procedure d'acquisto, il 92%
afferma che nella propria struttura esistono procedure
trasparenti per l'aggiudicazione degli appalti, l'85% ha
previsto procedure per la segnalazione di casi di corruzione e
azioni a tutela dei dipendenti che le effettuano.
C'è però un "falla": l'esame dei Piani anticorruzione,
previsti dalla Legge 190/2012, di 230 aziende sanitarie rivela
che nel 40% dei casi si sono limitate a un adempimento formale
dell'obbligo di legge e solo una struttura sanitaria su quattro
ha risposto in pieno al dettato normativo.
Anche per questo, il
35% dei dirigenti sanitari ritiene che il Piano non impatti in
maniera decisiva sulla diffusione della corruzione. La sanità,
rileva l'indagine, "fa gola per l'ingente valore della spesa
pubblica, pari a 110 miliardi di euro l'anno. Le voci di spesa
per beni e servizi che non incidono direttamente sull'assistenza
sanitaria (mensa, lavanderia, gestione dei rifiuti speciali)
assorbono risorse consistenti. Dall'analisi dei conti economici
di Asl e Aziende ospedaliere emerge che dal 2009 al 2013 gli
sprechi in questi settori sono diminuiti del 4,4% l'anno, ma la
loro incidenza rispetto alla spesa complessiva non si è
ridotta". Tali sprechi nelle spese non direttamente collegate
all'efficacia delle cure, conclude l'indagine, "ammontano a 1
miliardo di euro l'anno".
Il ministro Lorenzin: necessaria la traparenza dei dati
Il grande strumento contro la corruzione è "la circolazione, la condivisione e dunque la trasparenza dei dati. Per questo nel Patto per la salute
2014-2016 sono stati previsti non soltanto il rafforzamento dei
controlli nelle aziende sanitarie, ma anche un Patto per la
sanità digitale e un piano di evoluzione dei flussi informativi
del Nuovo sistema informatico sanitario". Lo afferma il
ministro della Salute, Beatrice Lorenzin, nella prima Giornata nazionale contro la corruzione in Sanità.
"Dobbiamo lavorare tutti insieme - sottolinea il ministro in
un messaggio - per una semplificazione normativa, nonché per la
trasparenza dei dati, utile per verificare sia l'andamento delle
attività che l'allocazione delle risorse, la qualità dei
processi e gli esiti in termini di efficienza e efficacia".
Il tema della corruzione in sanità, rileva il ministro, "lo
abbiamo aggredito fin dall'inizio del mio mandato, e abbiamo
attuato ogni iniziativa per combattere contro criminali che,
quando rubano in sanità, commettono un reato ancora più grave".
Oggi, "grazie al vigente Patto per la salute e al programma di
revisione della spesa, riusciremo ad avere nuovi strumenti
contro la corruzione e recuperare ampi spazi di efficienza e di
razionalizzazione dell'offerta".
Nella Legge di stabilità 2016, ricorda, "è stato anche
introdotto l'obbligo per tutte le aziende sanitarie di
effettuare acquisti in modo accentrato, tramite Consip tramite
le centrali uniche regionali". In passato, conclude il
ministro, "nessuno ha prodotto sul terreno della lotta alla
corruzione in sanità quanto ha fatto questo governo. E su questa
strada continueremo ad operare".
Un protocollo per garantire controlli efficaci
"Stiamo per firmare un nuovo protocollo con il ministero della Salute, per avviare stretti controlli al fine di verificare se le Asl si sono adeguate alle
norme ed i piani anticorruzione; andremo cioè a controllare come
i piani anticorruzione vengono applicati". Lo ha annunciato nell'occasione il
presidente dell'Autorità nazionale anticorruzione, Raffaele
Cantone.
"Lo faremo con i tecnici del ministero della Salute - ha
spiegato Cantone - per capire se le Asl rispettano veramente
tali norme o se si tratta solo di un rispetto sulla carta".
Inoltre, ha sottolineato, "con l'Agenzia nazionale per i servizi
sanitari regionali Agenas stiamo lavorando per mettere a punto
un codice etico forte, che non sia però carta straccia". Il
punto, ha concluso, è che "non si può intervenire solo con la
repressione e dopo, ma mettendo in campo una serie di strumenti
preventivi che cambino la mentalità".
Il lavoro della Guardia di Finanza
Il fenomeno della corruzione in Sanità "è consistente e lo dimostrano anche i dati della Guardia di finanza, che da gennaio 2014 a giugno 2015 ha scoperto frodi e
sprechi nella spesa pubblica sanitaria che hanno prodotto un
danno erariale per 806 milioni di euro, pari al 14% del danno
erariale complessivo", ha sottolineato il sottosegretario
Davide Faraone.
"Stiamo mettendo in campo, come Governo nazionale - ha
sottolineato il sottosegretario - molte azioni per combattere
questa piaga. Lo scorso anno il Parlamento ha approvato il
disegno di legge anticorruzione. Oltre ad aver ripristinato il
reato di falso in bilancio, abbiamo anche dato più poteri
all'Anac, l'autorità nazionale anti corruzione".
L'Anac, ha spiegato Faraone, "dovrà
essere informata attraverso il suo presidente dal pm qualora
quest'ultimo eserciti l'azione penale per reati contro la
pubblica amministrazione. L'Anac, inoltre, potrà intervenire sui
contratti di appalto secretati e sarà informata su ogni notizia
emersa in contrasto con le regole della trasparenza nelle
controversie sull'affidamento di lavori pubblici e sul divieto
di rinnovo tacito di contratti di lavoro pubblici".
"Grazie al lavoro del Ministro Lorenzin, il Ministero della
sanità, inoltre - ha concluso - ha aggiornato il Piano nazionale
anticorruzione per il settore della sanità, un vero e proprio
manuale delle procedure anticorruzione a disposizione delle
singole realtà sanitarie per combattere e prevenire il
fenomeno".