La legge è chiara. Ma sindaci e consigli comunali giocano a fare il Parlamento. Trascrivono matrimoni che non si possono trascrivere, quelli omosessuali celebrati all'estero, e poi deve intervenire il prefetto per annullarli. Oppure come accadde a Grosseto tocca al tribunale, con spese a carico del cittadino e perdite di tempo per la Giustizia.
È successo anche a Reggio Emilia. Il prefetto, Raffaele Ruberto, ha applicato una circolare emessa dal ministro dell'Interno, in base alla legislazione vigente, annullando le trascrizioni dei matrimoni omosessuali contratti all'estero fatte dal comune di Reggio Emilia, che aveva riguardato due coppie.
Immediate, naturalmente, le proteste dell'Arcigay, che ricorda la sentenza del Tar del Lazio, secondo il quale l'annullamento non deve essere effettuato dal prefetto, ma da un giudice. Tanto la Giustizia civile non ha alcun problema di sovraccarico di carte. E poi a pagare sono, lo ribadiamo, i cittadini.