Un angelo di nome Chiara Caro direttore, erano nella stessa stanza, in un grande ospedale del Centro Italia: Chiara aveva otto anni, Franca nove. Grave malattia per entrambe. Franca adorava una bambola di Chiara, spesso gliela chiedeva in prestito, Chiara gliela dava col sorriso e spesso ci giocavano insieme. I giorni passavano così. Diventarono settimane, e le bambine amiche. Sorridevano e si aiutavano. Una mattina Chiara venne dimessa, i medici avevano spiegato che nulla sarebbe più servito a salvarla. Un mese dopo ai genitori di Franca arrivò una telefonata dalla mamma e dal papà di Chiara: «Domani c’è il funerale di nostra figlia. Vorremmo tanto che veniste, dobbiamo dare una cosa alla vostra». Chiara, poco prima di morire, aveva preparato con cura una scatola, vi aveva messo dentro quella bambola e aveva chiesto ai genitori di regalarla a Franca. Sono passati alcuni anni. Franca è grandicella, ha subito undici interventi, alcuni dei quali considerati quasi disperati. I medici non capiscono del tutto come sia possibile, ma ora sta bene. Conserva con tenerezza la bambola di Chiara, la tiene sempre con sé. E a chi gliene chiede il motivo, risponde che è il suo angelo custode. Io sono certo, proprio certo, che lo sia Chiara.
Pino Ciociola