venerdì 19 agosto 2016
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Sette suore, in tonaca e velo, che giocano sulla spiaggia.

Eccola, è la foto senza alcun commento che ha pubblicato meno di 24 ore fa il presidente dell'Unione comunità islamiche d'Italia (Ucoii) e imam di Firenze, Izzedin Elzir. Il riferimento è chiaramente alle discussione sull'uso del burkini, acuitasi dopo le ordinanze dei sindaci di alcune città della Francia che hanno vietato alle donne l'utilizzo del costume da bagno coprente. Ma non integrale, perché il viso rimane scoperto. Ma tant'è: le polemiche non sono mancate. In un’intervista al Corriere della Sera, monsignor Nunzio Galantino, segretario generale della Cei ha commentato la messa al bando dalle spiagge francesi del burkini. «La paura dell’abbigliamento delle musulmane mi appare strumentale». Quanto al velo, ha sottolineato, «penso alle nostre suore, penso alle nostre mamme contadine che lo portavano fino a ieri e alcune lo portano ancora oggi. Lo stesso, si capisce, deve valere per un cattolico che voglia portare la croce o per un ebreo che indossi la kippà. Ogni persona ha diritto a mostrare la propria fede anche nell’abbigliamento, se lo ritiene opportuno. Si vigili che non vi siano usi strumentali dei simboli religiosi, ma se ne garantisca la piena libertà». In un'intervista pubblicata il 19 agosto dal Corriere fiorentino il presidente dell'Ucoii ha spiegato di aver postato la foto perché «ormai tutti viviamo in un gioco mediatico. E in troppi, quando vedono una persona musulmana “coperta”, dimenticano che la persona vestita è la radice della cultura occidentale. Guardate nelle chiese, la figura di Maria o Mosè: è sempre vestita, no? Volevo un contrasto per dimostrare l’ipocrisia di una parte politica». A chi gli ha fatto presente che la cultura occidentale è anche la Nike o la Venere del Botticelli, Izzedin Elzir ha replicato in modo pacato: «Io volevo rispondere a chi si dichiara cristiano, come Salvini, e critica il burkini. A chi parla di scontro di civiltà ricordo cosa è la civiltà occidentale: tocca a un semplice musulmano ricordare la loro storia». E ha aggiunto sempre l'imam di Firenze, Elzir: «Se una donna ha scelto di essere musulmana e di mettere in pratica i precetti religiosi, non capisco perché debba dare noia: dobbiamo parlare di libertà». Cosa è successo dopo la pubblicazione su Facebook della foto con le 7 suore? La fotografia senza commento alcuno ha portato a oltre 2mila condivisioni dal profilo dell'imam di Firenze, Elzir e ha riacceso il dibattito sull'opportunità o meno di vietare il costume da bagno coprente che le donne islamiche usano per andare in spiaggia. Venerdì mattina, il 19 agosto, però, quando l'imam ha cercato di rientrare sul suo profilo Facebook ha trovato un messaggio nel quale era scritto che il suo account è temporanemente bloccato, a causa delle molte segnalazioni sul nome fittizio dell'account che non sarebbe stato di una persona reale. «Verificare chi sono è una procedura molto strana», ha spiegato ancora Elzir, sorpreso e colpito da questa procedura che a lui è sembrata «una sorta di aggressione telematica» da parte di chi non ha apprezzato la sua foto-provocazione sul divieto del burkini.Perché viene sospeso un profilo su facebook? Il profilo Facebook scompare come fosse stato cancellato: si viene rimandati a un messaggio di errore che segnala "pagina inesistente". La sospensione è temporanea ed è legata alle politiche sempre più stringenti di Facebook che vuole che gli account siano verificati sia che si tratti di persone famose sia di nomi comuni. Qual è il criterio che usa Facebook per la sospensione?Non sono professionisti in carne ossa che si occupano dei casi di segnalazioni e abusi su facebook, bensì un algoritmo ne regola il funzionamento e l'eventuale sospensione.Vari siti specializzati sul web scrivono che gli account a cui è richiesta la verifica sono soprattutto quelli con un nome famoso o comune e con molti amici. Inoltre, è assai probabile anche che questi account ritenuti sospetti siano anche stati segnalati come falsi da qualcuno. Ecco perché è possibile che qualcuno che non abbia apprezzato troppo la foto-provocazione - in risposta alle polemiche sul burkini - abbia iniziato a segnalare come falso e causato la sospensione del profilo Facebook dell'imam, Izzedin Elzir.

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