Sembra sempre più una "mission impossible", ma la battaglia in difesa della "privacy" continua. Si celebra, infatti, oggi negli Stati Uniti, in Canada e in molti Paesi europei tra cui l'Italia, la "Giornata della protezione dei dati personali". Lo scopo dell'iniziativa nata nel 2007 è quello di sensibilizzare i cittadini sui diritti legati alla tutela della riservatezza, della dignità della persona e delle libertà fondamentali, incoraggiando il rispetto delle leggi e regolamenti
internazionali.
Secondo uno studio commissionato da Mozilla e condotto da Harris Poll,
il 68% delle persone che navigano in Italia è preoccupato che le
società che operano su internet sappiano troppo su di loro. Sempre il
68% ha la sensazione che i propri dati personali come il numero di
telefono, codice fiscale, numero della carta di credito sul web siano
meno riservati oggi rispetto a un anno fa. Più della metà (54%) degli
italiani su internet non si fida del fatto che il proprio diritto alla
privacy venga rispettato on line sia dagli altri che dalle aziende.
In occasione della giornata anche Intel ha diffuso
alcuni consigli, puntando soprattutto sull'attenzione da porre quando
si pubblica qualche informazione sui social media. "Sono una risorsa
preziosissima per molti, sono un ottimo modo per tenersi in contatto
con i propri cari e gli amici, ma sono anche un ottimo modo per i
criminali informatici per rubare le identità", dicono da Santa Clara.
"Compleanni, nomi dei membri della famiglia, città di residenza, il
curriculum, la propria storia quasi tutto viene condiviso senza
pensarci due volte. Molto meglio, consiglia quindi Intel,
controllare le impostazioni di privacy nei propri account dei social
media per limitare gli accessi al proprio profilo, ma soprattutto
essere consapevoli delle informazioni che vengono condivise sui social
media".