Prima la delusione per il tentativo fallito. E poi quella notizia sentita alla tv - il presunto scambio di embrioni al Pertini e una donna incinta di due gemelli con un patrimonio genetico diverso da quello suo e del marito - e il dubbio raggelante: stesso ospedale, stessa data del loro tentativo di inseminazione artificiale. Si sono presentati ieri in Procura per la più legittima delle richieste: sapere se gli embrioni impiantati in un'altra donna, adesso al quarto mese di gravidanza, sono i loro. Mentre i genitori che attendoni due gemelli che non sarebbero i loro figli natural, distrutti dall'assurdità della situazione, aspettano giorno dopo giorno di capire che cosa potrà avvenire.Quelli che non saranno genitori, e che si sentono i più danneggiati dall'
intera vicendam, assistiti dall'avvocato Pietro Nicotera,
hanno chiesto ai magistrati di effettuare tutti gli accertamenti
per "evitare che possano rimanere dubbi lancinanti per tutta la
vita su quello che è potuto accadere".
Perché il sospetto è che siano proprio loro quelli coinvolti
nel presunto scambio di embrioni portato alla luce dalla 'coppia
1', il cui impianto sarebbe avvenuto molto vicino
cronologicamente al loro. 'Coppia 3', infatti, si sarebbe a
quanto pare sottoposta a sua volta a un test genetico, andato a
buon fine, il che escluderebbe di conseguenza 'coppia 4' da
possibili scambi. Almeno, questo è quanto trapela in una vicenda
nella quale, naturalmente, è prioritario per tutti mantenere il
massimo grado di riservatezza.
Nella denuncia, i due mancati genitori oggi sollecitano i
magistrati di Piazzale Clodio a effettuare "i provvedimenti
necessari" e di "acquisire le documentazioni cliniche attestanti
quanto avvenuto, nonché, ove sussistano ipotesi di reato, che si
proceda nei termini di legge nei confronti di chiunque verrà
ritenuto responsabile dei fatti". La 'coppia 1' (quella un attesa) invece, difesa
dall'avvocato Michele Ambrosini, almeno fino a ieri non sembrava
intenzionata almeno per ora a rivolgersi alla magistratura.
Rimanendo, come del resto tutti gli attori della vicenda, in
attesa dei risultati dei test genetici decisi ieri dalla
commissione regionale d'inchiesta in accordo con la Asl Rm B e
il loro legale. Test che vogliono verificare la compatibilità
genetica tra le quattro coppie che si sono sottoposte alla
fecondazione assistita al Pertini il 4 dicembre scorso e il
materiale biologico dei feti della 'coppia 1' conservato al
Sant'Anna di Roma, dove la donna che sarebbe incinta 'per conto
terzì ha eseguito una villocentesi. I risultati potrebbero
arrivare già nei prossimi giorni.
Intanto il ministero della Salute, "visto il ritardo nell'
autorizzazione dei centri Procreazione medicalmente assistita",
ha reso noto che chiederà alla Regione Lazio di accelerare le
procedure di accreditamento e certificazione per applicare in
tutti i Centri gli standard nazionali, e "con la stessa
attenzione e rigore attueremo la sentenza che ha introdotto
l'eterologa, che ha bisogno di regole e procedure certe".
"Abbiamo recuperato il ritardo" con un decreto del governatore
Nicola Zingaretti dello scorso giugno, la replica della Regione,
"e attualmente si sta procedendo, con il massimo impegno e la
cautela dovute, a completare le procedure di accreditamento
delle strutture".