Dieci giorni per dare risposte concrete e informazioni precise su tutti i dossier. Un impegno, prioritario e urgente: far tornare i 59 bambini adottati da coppie italiane e ancora bloccati in Congo, negli orfanotrofi di Kinshasa e Goma.
È stato un incontro positivo quello di stamattina tra il ministro delle Riforme con delega alle adozioni internazionali, Maria Elena Boschi, e i genitori adottivi del Comitato Rdc. Che, alla luce dell'esito del colloquio, durato oltre un'ora, hanno deciso di annullare la manifestazione prevista per oggi e domani davanti alla sede della Cai.Il video per sensibilizzare politica e cittadini
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Il ministro ha ammesso le carenze nella gestione del problema fino a oggi, e ha garantito
maggiore collaborazione tra il ministero degli Affari esteri e la Commissione, per arrivare a un'operatività più efficiente e giungere al più presto alla soluzione della vicenda. «I vostri bambini sono un'urgenza per noi», ha detto la Boschi alle famiglie, che hanno ripercorso le tappe della loro lunga attesa.
«Siamo soddisfatti dell'incontro - hanno commentato le 25 coppie riunite nel Comitato - anche perché ci sembra di aver colto un cambio di marcia per le politiche sull'adozione. Adesso abbiamo una speranza di maggior collaborazione per il futuro».
La vicenda dei
bambini bloccati in Congo è iniziata nel
2013, con la moratoria del governo di Kinshasa sulle adozioni. Nel 2015 le autorità locali hanno però sbloccato i dossier e da gennaio di quest'anno i piccoli adottati da famiglie italiane hanno iniziato a rientrare in Italia alla spicciolata, senza una motivazione chiara fornita dalla
Cai (Commissione adozioni internazionali) e con le pressioni notevoli a una soluzione rapida della vicenda sia da parte del
Parlamento che della
Farnesina.
Per richiamare l'attenzione del governo e dell'opinione pubblica sui 59 bambini ancora fermi negli
orfanotrofi congolesi le famiglie del Comitato in queste ore hanno anche pubblicato un
video-appello girato grazie al contributo delle famiglie che si sono già riunite.