Sbloccato il fondo nazionale per le scuole paritarie di 500 milioni e 530mila euro, relativo all’anno scolastico 2015-2016. Ieri la Corte dei Conti ha registrato il decreto del Ministero dell’Istruzione con i nuovi criteri di riparto dei finanziamenti che ora potranno essere (finalmente) distribuiti alle scuole. La procedura aveva subito un rallentamento, nei mesi scorsi, a causa di un ricorso al Tar dell’Aninsei, l’Associazione nazionale istituti non statali di educazione e di istruzione di Confindustria, relativo alle modalità di definizione dei criteri per la distinzione tra scuole profit e scuole non aventi fini di lucro.
Limite massimo delle rette
Per arrivare a questa distinzione, il Miur ha rispolverato un vecchio decreto del governo Monti, mai attuato, che fissa dei limiti massimi alle rette, oltre i quali gli istituti non possono più essere considerati non profit. Per la scuola dell’infanzia, la retta massima non dovrà superare i 5.700 euro l’anno, che salgono a 6.600 per la scuola primaria, a 6.800 per la media e raggiungono i 6.900 euro per le scuole superiori. Alle scuole che applicano rette non superiori a questi parametri e che quindi sono considerate senza fini di lucro, andrà l’80% del fondo di finanziamento statale, mentre il restante 20% sarà distribuito tra tutte le paritarie, senza distinzione. Secondo i calcoli del Miur, dopo la registrazione della Corte dei Conti, il riparto dei fondi tra gli Uffici scolastici regionali avverrà nelle prossime settimane, così da consentire alle scuole di ottenere i soldi prima dell’inizio del nuovo anno scolastico.
«Bene, ma vogliamo la convenzione»
Soddisfatto per il via libera definitivo ai finanziamenti è il segretario nazionale della Federazione delle scuole materne non statali (Fism), Luigi Morgano: «È sicuramente una notizia positiva - dichiara – anche se non va dimenticato che, per otto dodicesimi, queste risorse riguardano l’anno scolastico già concluso. In sostanza, alle scuole arriveranno soldi che hanno già speso». Per evitare queste lungaggini, Morgano rilancia la proposta di una «convenzione diretta con il Miur, che già esiste per le scuole primarie». «In questo modo – aggiunge Morgano – avremo la certezza dei tempi di erogazione delle risorse ma anche un finanziamento più adeguato e dignitoso. Caratteristiche che non riscontriamo nei 430 euro all’anno per alunno che viene riconosciuto oggi alle nostre scuole».
«Arrivare a una effettiva parità»
La «completa applicazione» della legge 62 del 2000 sulla parità scolastica, è (nuovamente) sollecitata anche dal sottosegretario all’Istruzione, Gabriele Toccafondi. «È bene che siano stati sbloccati questi soldi – ricorda – che erano fermi non certo per volontà del Ministero. Le scuole erano giustamente preoccupate per i loro bilanci e a loro abbiamo dato una risposta positiva. Ma ancora non basta - rilancia il sottosegretario -. Ora lavoriamo per arrivare a un’effettiva parità scolastica».