Nuova escalation di soccorsi nel Canale di Sicilia. Sono complessivamente 2.800 i migranti tratti in salvo ieri in mare in quindici distinte operazioni. La bonaccia e il beltempo spingono i gommoni e le carrette del mare stracariche di persone a prendere il largo dalle coste libiche ed egiziane. Fra i soccorsi, infatti, duemila migranti sono stati tratti in salvo da operazioni coordinate dalla Guardia costiera italiana, i restanti 800 dalla guarda costiera libica. Ma, pur secondaria rispetto a quella della Libia, c’è anche una ripresa «costante e continua» della rotta egiziana. Fra i soccorsi messi in campo dalla centrale operativa di Roma, infatti, è stato assistito anche un motopeschereccio partito dalle coste egiziane con 500 persone a bordo. «Con il mare in bonaccia, questa settimana ci aspettiamo un flusso molto elevato» conferma Nicola Carlone, capo del Reparto Piani e Operazioni della Guardia costiera, intervenendo nella sede del Comando generale del Corpo all’incontro con gli ambasciatori africani accreditati al Quirinale. «Il flusso più consistente – ha aggiunto il contrammiraglio – continua ad essere quello dalla Libia, ed è ripreso costante e continuo il flusso dall’Egitto». Dal primo gennaio a ieri, la Guardia costiera ha soccorso e salvato 33.452 migranti e messo in sicurezza 241 imbarcazioni di vario tipo. Sono alcuni dei dati resi noti nel corso dell’incontro con gli ambasciatori africani che hanno consegnato al Corpo un riconoscimento ufficiale 'per l’attività di ricerca e soccorso che ha consentito di salvare negli ultimi anni centinaia di migliaia di vite umane nel mar Mediterraneo'. Dal ’91 a oggi, infatti, sono stati salvati oltre 638mila migranti (solo negli ultimi due anni più che nei precedenti 23), dall’Africa arrivavano 480mila di quelli salvati dal 2003 a oggi e dall’Africa continua ad arrivare il maggior numero di migranti, per il 90% uomini e per il restante 10% (una percentuale progressivamente sempre più elevata) donne e minori. «Papa Francesco ci ha chiamato 'Seminatori di speranza'– ha ricordato il comandante generale del Corpo delle Capitanerie di porto e della Guardia costiera, Vincenzo Melone – e credo che al mondo nessun’altra organizzazione simile alla nostra abbia contribuito a salvare tante vite in un periodo così prolungato nel tempo e con una frequenza tale che ha di fatto trasformato l’emergenza in impegno quotidiano». Ma il dato più drammatico diffuso dalle istituzioni italiane riguarda il record di minori soccorsi in mare. Il numero di questi ultimi, nel primo trimestre 2016, segnala la Guardia Costiera, supera i salvataggi di uomini e donne combinati. Da gennaio a marzo di quest’anno, i minori soccorsi sono stati infatti 10.125, contro 3.406 donne e 5.494 uomini, per un totale di 8.900 adulti - meno quindi del numero dei più giovani tratti in salvo a bordo di gommoni e pescherecci stracolmi. E in molti casi si tratta anche di giovani non accompagnati. Intanto in Sardegna si teme l’ennesima tragedia del mare. Dopo tre giorni di perlustrazione in mare, si sono concluse, senza esito, le ricerche di un gruppo di 14 migranti che avrebbero lasciato l’Algeria nella serata di giovedì scorso su una piccola imbarcazione. Sono stati i familiari a dare l’allarme, segnalando la partenza di un’imbarcazione di fortuna dalla spiaggia di Sidi Salem. Da sabato motovedette e mezzi aerei della guardia costiera erano impegnati a perlustrare una vasta area a sud della Sardegna dove sabato era stata trovata una piccola imbarcazione. Ma non ci sono conferme che sia quella su cui i migranti avrebbero intrapreso il viaggio di oltre 100 miglia marine. Ma se da una parte si snocciolano i numeri degli sbarchi, dei soccorsi e di chi non ce la fa, dall’altra arriva l’altolà agli allarmismi. Il primo a chiedere il time-out sulle nuove e temibili 'invasioni' è il presidente del consiglio, Matteo Renzi. «No agli allarmismi, si alla serietà e all’Europa, diciamoci 'diamoci una mossettina'» ha detto ieri, commentando anche il braccio di ferro al Brennero con l’Austria. «Se dovesse essere confermata la media – ha aggiunto – dovremmo essere intorno ai 130mila arrivi di migranti nel 2016».