«Ogni studente troverà una
traccia vicina alla propria sensibilità». Lo aveva detto alla vigilia della
prima prova scritta della
maturità ed è stata di parola. Questa volta il ministro dell’Istruzione Stefania Giannini e gli esperti che hanno elaborato e scelto le tracce per la prova d’italiano meritano davvero un bel voto.
E soprattutto saranno stati contenti i 503mila studenti che dalle 8.30 sono impegnati nella prova. Quest’anno nello scegliere le tracce si è davvero cercato di coniugare l’esigenza di una verifica delle competenze dei ragazzi e un aggancio al mondo nel quale vivono. Ecco allora per l’
analisi del testo la scelta di un brano di Umberto Eco, giornalista e scrittore, scomparso pochi mesi fa, di cui si è parlato molto e si è offerta la possibilità di conoscenza anche a chi non lo avesse mai incontrato nel proprio rapporto con la letteratura italiana.
Non è uscito il
tema storico sui 70 anni della Repubblica, ma viene offerto l’aspetto del primo voto alle donne italiane che avvenne, a livello nazionale, proprio con le elezioni del 2 giugno 1946.
Di grandissima
attualità il
tema generale sull’idea del confine, che la stessa traccia lega a filo doppio a quello dell’immigrazione e dei flussi di popoli in fuga da guerre e povertà. Un’occasione per riflettere su un argomento che riempie quotidianamente giornali e telegiornali.
Non meno stimolanti le scelte effettuate per il
saggio breve, la tipologia di prova introdotta con questo modello di maturità nel 1997: dal «rapporto padre-figlio nelle arti e nella letturatura del Novecento» (per l’ambito artistico-letterario) alla «crescita, sviluppo e progresso sociale. È il Pil misura di tutto?» (per quello socio-economico), dal «valore del paesaggio» (per quello storico-politico) a «l’uomo e l’avventura dello spazio» (nell’ambito tecnico-scientifico). Per questa tipologia di prova vengono offerti agli studenti anche alcuni documenti su cui poggiare la propria riflessione. E se per quello sul rapporto padre-filgio ci sono brani di Umberto Saba e Franz Kafka, per quello sul Pil viene proposto un discorso di Robert Kennedy, il senatore statunitense ucciso durante la campagna presidenziale del 1968. Sul valore del paesaggio ai maturandi sono stati offerti contributi tratti da un discorso di Vittorio Sgarbi e uno dal presidente del Fai Andrea Carandini, mentre per l’uomo e l’avventura nello spazio si è voluto dare voce a un italiano che davvero ha volato nello spazio, l’astronauta Umberto Guidoni.
Tracce, come si può constatare, interessanti, non banali, che spingono alla riflessione. Certo resta una prova d’esame, ma la sensazione che pensiamo abbiano potuto avere i 503mila
studenti impegnati è che si trovassero davanti ad argomenti capaci di metterli davvero in gioco e non solo costretti a dimostrare di aver imparato la lezione.