domenica 3 giugno 2012
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Sono fiera di essere cattolica. Sono fiera di questa Chiesa in trincea che soffre, sulla propria pelle, le contraddizioni di questo mondo. Se fosse una Chiesa di soli puri sarebbe lontana dalla gente comune che vive a sue spese le contraddizioni quotidiane. Sono fiera di vivere in questo tempo perché, mentre il fuoco della prova divampa in ogni istituzione, anche ecclesiastica, vedo emergere sempre più chiaro lo splendore della verità di Cristo.Sono fiera di stare con il Papa e so che c’è una compagnia visibile e invisibile che si stringe a lui e che non lo lascerà solo, nemmeno nell’ultima ora. Mi vergogno, sì, di quelli che si dicono cristiani e non lo sono, a dispetto di qualunque posto occupino nella Chiesa: la verità ha una sua evidenza e nessun ruolo la può cancellare. Prego per loro e per la loro conversione, perché saremo giudicati solo su ciò che siamo realmente e non sulle apparenze. Sono fiera di tutti i movimenti della Chiesa, perché sono la sua forza vitale nel mondo. Non mi lascio ingannare dalle grida scandalizzate di chi vorrebbe vedere il marcio dappertutto. Non mi lascio ingannare dalla malignità di chi, accecato dall’ideologia, non sa riconoscere il vero dal falso, il male dal bene. Non tacerò davanti a chi vorrebbe confinarmi in una fede da sacrestia: la mia fede è nata per essere gridata ai quattro venti perché non offende chi professa altre fedi, (fosse pure l’ateo perché, a suo modo, ha una fede anche lui), ma anzi conferma a ogni uomo che il suo destino è l’eternità, che lutto e dolore sono già vinti e che la gioia eterna ci attende. Me ne infischio di chi mi crede un’illusa, di chi m’infanga perché sono una monaca, cattolica e per giunta felice di esserlo. Felice di appartenere a Gesù al quale – come ha detto ieri il Papa citando Sant’Ambrogio nella preghiera con i religiosi nel Duomo di Milano – sono unita «non con i nodi di corde, ma con i vincoli dell’amore e con l’affetto dell’anima».Me ne infischio dei profeti di sventura, ma anche degli ottimisti a oltranza: amo la realtà così com’è, e vivo la scommessa quotidiana della circostanza, migliore di qualunque altra prospettiva illusoria. Sono felice di essere donna, pienamente orientata a essere ciò che sono e per cui sono nata: lo sono stata fin dal principio, fin dal mio concepimento. Sono persona fin dal mio concepimento e ne ho le prove, sarò persona fino all’ultimo istante della mia vita e anche di questo ho le prove, perché, grazie a Dio, mi è anche capitato di "provare" a morire.Ho fiducia nell’Italia che ho conosciuto fin da piccola, fatta di piccoli imprenditori, di lavoratori attaccati al loro lavoro, di persone semplici, fedeli ai loro impegni, di famiglie fondate sul matrimonio tra un uomo e una donna, di istituzioni religiose che si sono occupate dei piccoli con una dedizione totale, nel pieno rispetto della loro dignità, delle migliaia di curati di campagna che hanno fatto la fortuna del luogo in cui sono stati posti: con proposte di lavoro, di carità, di iniziative culturali. Questo mondo italiano non morirà, perché la Madonna lo sostiene. A proposito: sono fiera di avere fede nella Madonna, di affidare a lei le sorti mie e del mio Paese, che amo. Sono fiera della compagnia dei santi che in Italia hanno fatto davvero la storia. Santi di ieri e santi recenti perché, se non ci fossero stati, la nostra situazione sarebbe peggiore.Credo che la lotta quotidiana si svolga anche contro le forze del male di cui ogni uomo è anche responsabile. Ognuno servirà il padrone che ha scelto. Sono fiera di pregare per tutti, anche per i nemici per quelli che ignorando deliberatamente il mio stato religioso mi chiamano "signora" oppure "cittadina". So che anche loro, nell’ultima ora, avranno bisogno di Cristo. Insomma, ho fiducia nel futuro per il presente che vivo, perché so che la verità trionferà comunque, che il bene ha già vinto, che la via della vita ha un nome incancellabile: Cristo Gesù, il quale ha detto a tutti noi con la forza di una Parola che non tramonta: «Abbiate fiducia, io ho vinto il mondo».
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