«Gesù Cristo rivela il mistero e la vocazione della famiglia». Sarà questo il tema del Sinodo ordinario che si terrà nel 2015. Lo ha rivelato il cardinale Lorenzo Baldisseri, segretario generale del Sinodo, che ha presentato alla stampa
l’Instrumentum laboris dell’assise, straordinaria, sulla famiglia che si celebrerà il prossimo ottobre. Il porporato ha illustrato la
road map di questo cammino sinodale che papa Francesco ha voluto dedicare proprio alla "Chiesa domestica", alle sue luci e alle sue ombre. Un cammino iniziato con il Concistoro cardinalizio di febbraio, che proseguirà appunto con il Sinodo straordinario del prossimo ottobre, con quello ordinario del 2015, e culminerà con un successivo documento finale che verrà sottoposto alle decisioni di papa Francesco. Affinché lo Spirito Santo illumini i padri sinodali in questi lavori il Pontefice ha anche indetto - è stato spiegato sempre dal cardinale Baldisseri - una Giornata di preghiera per il Sinodo per domenica 20 settembre nonché l’adorazione eucaristica quotidiana durante i lavori sinodali nella Basilica di Santa Maria Maggiore. Rispondendo alle domande dei giornalisti, il cardinale Baldisseri ha rivelato che al questionario proposto per la compilazione dell’
Instrumentum laboris ha risposto l’85% delle 114 conferenze episcopali del mondo. Il porporato ha inoltre specificato che al prossimo Sinodo straordinario è prevista la partecipazione di 188 padri (presidenti di conferenze episcopali, capi delle Chiese cattoliche orientali, capidicastero vaticani, rappresentanti di ordini religiosi e membri di nomina pontificia); mentre saranno di più il prossimo anno visto che al Sinodo ordinario partecipano da uno a quattro delegati per ogni episcopato in base alla propria consistenza numerica.Alla conferenza stampa hanno partecipato anche il cardinale
André Vingt-Trois, arcivescovo di Parigi e presidente delegato della prossima assise, il quale ha osservato che non si può pensare che il Sinodo sulla famiglia si fermi a modelli occidentali, in quanto abbraccia la Chiesa universale. Il porporato francese ha sottolineato quindi che bisognerà tener conto di tutte le realtà, così come sarà necessario riflettere sulle conseguenze delle diverse situazioni critiche proposte da guerre, crisi economiche e persecuzioni, che spesso dividono anziché unire le famiglie. Il cardinale
Peter Erdo, arcivescovo di Budapest e relatore, da parte sua ha voluto rivolgere l’attenzione ad «un’esperienza speciale che riguarda persone, che pur essendo state cattoliche battezzate, non si erano mai occupate realmente della loro fede e che soltanto dopo un matrimonio canonico, un successivo divorzio e un altro matrimonio civile cominciano ad arrivare alla fede personale, grazie alla testimonianza di amici, di famiglie cattoliche credenti ecc.». «Ora queste persone – ha notato il porporato ungherese – scoprono alla luce della loro fede "ritrovata" che la loro attuale condizione matrimoniale presenta dei problemi nella loro vita ecclesiale». «Il loro approccio – ha aggiunto – non è rivendicativo, ma somiglia molto a quello di quanti procedono sul cammino della conversione». Si tratta quindi di un cammino che «può essere pieno di gioie e dolori, ma può e deve essere aiutato dalla comunità dei fedeli».Alla presentazione, moderata dal portavoce vaticano
padre Federico Lombardi, ha preso parte anche l’arcivescovo di Chieti-Vasto
Bruno Forte, segretario speciale del Sinodo. Il presule partenopeo ha ribadito che nel Sinodo «non è in discussione la dottrina della Chiesa, più volte ribadita anche negli ultimi anni da vari interventi magisteriali» ma «la riflessione richiesta è sulle applicazioni pastorali, sul modo di proporre la dottrina, ad esempio a livello di linguaggio». E ha sottolineato come l’agire pastorale della «Chiesa madre» nei confronti delle persone in situazioni familiari difficili o irregolari - come i divorziati risposati civilmente - «debba riflettere lo sguardo di misericordia con cui il Padre celeste guarda e ama ciascuno dei suoi figli». Ma tutto ciò, ha spiegato l’arcivescovo, «non ha nulla a che vedere con lo slogan banalizzante di "divorzio cattolico", di cui alcuni hanno parlato in rapporto a quanto il Sinodo potrà proporre». Infatti «la medicina della misericordia non è mai finalizzata a favorire i naufragi, ma sempre e solo a salvare la barca sul mare in tempesta e a dare ai naufraghi l’accoglienza, la cura e il sostegno necessari». E «se non si comprende questa fondamentale intenzione, si equivocherà irrimediabilmente quanto il Sinodo potrà dire sulla situazione dei separati, dei divorziati, dei divorziati risposati, delle convivenze, delle unioni di fatto, o delle unioni fra persone dello stesso sesso». Tutti temi, questi, - ha sottolineato monsignor Forte - su cui si chiede «la riflessione e il contributo dei Padri Sinodali» e, «specialmente nella fase intermedia» tra i due Sinodi, «di tutte le componenti del popolo di Dio in ogni Chiesa locale».Alla conferenza stampa di ieri hanno significativamente partecipato, con una loro testimonianza, anche due laici: i coniugi
Francesco Miano, fino a poche settimane fa presidente dell’Azione cattolica italiana, e
Pina De Simone, coordinatrice del Consiglio pastorale della diocesi di Nola.