lunedì 17 febbraio 2014
Il Pontefice nella parrocchia dell'Infernetto, borgata a sud di Roma: «La vita è difficlle, ci possiamo dimenticare di amare Gesù».
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Nel Vangelo, "Gesù ci ricorda che anche le parole possono uccidere! Pertanto, non solo non bisogna attentare alla vita del prossimo, ma neppure riversare su di lui il veleno dell'ira e colpirlo con la calunnia". Papa Francesco lo ha affermato nel breve discorso pronunciato prima dell'Angelus ricordando le parole di Cristo: "avete inteso che fu detto agli antichi: 'Non uccideraì; Ma io vi dico: chiunque si adira con il proprio fratello dovrà essere sottoposto al giudizio". Papa Francesco dopo l'Angelus si è recato in auto alla parrocchia "San Tommaso Apostolo" all'Infernetto, nel settore Sud della diocesi di Roma. Ad accoglierlo ha trovato una folla di circa 10 mila fedeli, giunti anche dalle parrocchie limitrofe. Davanti all'ingresso della chiesa c'erano il cardinale vicario Agostino Vallini, l'ausiliare monsignor Paolino Schiavon e il parroco don Antonio D'Errico. "Vorremmo darti una mano a far conoscere Gesù a tutti, anche a chi ci offende. Noi prendiamo questo impegno e tu però non dimenticarti dei bambini della parrocchia di San Tommaso Apostolo". Con queste parole un bambino della parrocchia dell'Infernetto si è rivolto a Papa Francesco, in visita pastorale nella zona Sud della Capitale. "A Roma - ha aggiunto - quando si prende un impegno si batte il 5". E subito il Pontefice lo ha accontentato, inserendo poi anche una battuta nel suo breve discorso di saluto, totalmente improvvisato a braccio. Ma prima hanno salutato il Papa altri bambini delle varie classi del catechismo. Tra questi la piccola Giulia, che ha detto a Francesco: "Abbiamo preparato il compito a casa che ci hai assegnato all'Udienza Generale, cioè scoprire la data del nostro battesimo: io sono stata battezzata il 3 aprile 2005. E ora vorrei dirti una cosa: sai parlare bene di Dio a tutti, e sei anche simpatico. I cardinali hanno eletto la persona che nonostante i suoi peccati vuole bene più di tutti a Gesù. Ma, ti domando, come si fa a mantenere l'amicizia con Gesù dopo il catechismo?". Quando è arrivato il momento di rispondere ai ragazzi, Bergoglio si è concentrato proprio sulla richiesta di "battere in cinque" e sulla domanda di Giulia. "Grazie tanto - ha esordito - per le mani e per i piedi. Bisogna applaudire con le mani e camminare con i piedi, ma c'è anche chi cammina con le mani e applaude con i piedi, così come tante volte sbagliamo nel modo con il quale dobbiamo amare Gesù". "Sì, ci possiamo sbagliare, anche dimenticare di amare Gesù: la vita è difficile. E questo accade quando pensiamo - ha spiegato il Pontefice ai fedeli della parrocchia - che lo dobbiamo amare in questa maniera o nell'altra. Per amare Gesù - invece - bisogna lasciarsi amare da lui è lui che fa il lavoro, ci ama per primo, ci cerca, cerca tutti noi. E si comincia lasciandosi amare da Lui che ci cerca, ci trova e ci ama. Se ci lasceremo amare da lui mai, mai, sbaglieremo"."Sembra che il peccato di calunnia, il peccato della diffamazione siano stati tolti dal decalogo". Lo ha denunciato Papa Francesco nell'omelia a braccio pronunciata alla parrocchia di San Tommaso Apostolo all'Infernetto. "Gesù - ha ricordato ai fedeli - ha detto che il comandamento 'Non uccideraì comporta che chiunque si adira col fratello ha ucciso nel suo cuore. Chiunque insulta il fratello, odia il suo fratello lo uccide nel suo cuore. E chi chiacchiera contro il fratello uccide". "Eppure, ha rilevato Francesco - sparliamo di questo e di quello. Ed è uccidere. Parlo perchè ho nel mio cuore odio, antipatia. Non l'amore. "Ricordare - ha suggerito ai fedeli, riprendendo le parole dell'Angelus - che le parole uccidono. Anche i cattivi desideri contro l'altro uccidono. Invece - ha concluso - se uno capisce, perdona. È paziente".
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