giovedì 9 gennaio 2014
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Un orto parrocchiale per dare una mano alle necessità delle famiglie con problemi economici. È l’iniziativa del gruppo Caritas della comunità di San Bartolomeo Apostolo che ha dissodato ed adibito ad orto un terreno di circa mille metri quadri annesso alla chiesa, alle pendici della collina di Rivoli, proprio alle spalle del celebre Castello, nel Torinese. Gli ortaggi coltivati e raccolti da due anni vengono distribuiti alle famiglie in difficoltà, circa 50, seguite dai volontari. «Il nostro obiettivo – spiega il parroco don Angiolino Cobelli, a cui con altri 3 confratelli sono affidate le cure pastorali delle parrocchie del centro città – non è solo quello di produrre verdure. Con quest’idea si vuole coinvolgere chi ha bisogno di aiuto, facendolo sentire utile attraverso il lavoro pratico, in modo che non si senta assistito, ma partecipe in qualche misura del proprio sostentamento. Inoltre l’orto è un mezzo anche per impegnare qualche adulto rimasto senza lavoro in modo proficuo e a servizio degli altri. Sono molte le persone che in vari modi appoggiano questa attività: una signora ad esempio ogni mese devolve alla parrocchia una cifra per coprire qualche ora di lavoro nell’orto e, recentemente, un imprenditore della zona offre mille euro al mese per pagare lo stipendio di un parrocchiano che era disoccupato. Questa persona lavora nell’orto, nella manutenzione della parrocchia e, in collaborazione con il comitato di quartiere, cura anche i giardini della zona». Anche don Cobelli quando le incombenze parrocchiali glielo consentono indossa tuta, scarpe da contadino e imbraccia vanga e zappa: sì perché nell’orto di San Bartolomeo non si usano utensili meccanizzati ma i tradizionali mezzi di coltivazione, più impegnativi, ma che rendono meglio il valore anche simbolico del sudore della fronte con cui ci si guadagna da vivere. Alla cura degli ortaggi si alternano i volontari e, per ora, due persone assistite dalla Caritas che usufruiscono dei frutti della terra. Ma tutti sono fiduciosi che l’iniziativa prenda piede ed un maggior numero di persone sia sensibilizzato a prestare braccia alla coltivazione di cavoli, patate e ortaggi vari a seconda della stagione, tutti rigorosamente biologici. E così man mano che si viene a conoscenza dell’orto di San Bartolomeo, i parrocchiani si rendono disponibili a fare qualcosa per promuovere la coltivazione: c’è chi ha un vivaio e regala al parroco piantine e sementi, mentre a fornire il letame ci pensa un parrocchiano agricoltore. Quando si sono raccolte le prime patate un’altra parrocchiana ne ha acquistate una cassetta intera pagandole a peso d’oro tanto che con il ricavato la Caritas ha acquistato ben 40 litri di latte... I prodotti dell’orto vanno ad integrare le due distribuzioni mensili di pacchi viveri a cura della Caritas parrocchiale e forniti dal Banco alimentare, nonché quella settimanale di pane, messo a disposizione da un vicino ipermercato. Un’iniziativa semplice, conclude il parroco ma che ci permette di dare «la canna da pesca e anche il pesce».
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