Sarà beatificato a Carpi il prossimo 15 giugno 2013, con una celebrazione presieduta dal cardinale Angelo Amato, prefetto della Congregazione delle cause dei santi, il venerabile Odoardo Focherini, esponente dell’Azione cattolica e amministratore de
L’Avvenire d’Italia, morto martire in odium fidei, nel 1944, presso il campo di concentramento di Hersbruck, in Germania, per aver salvato più di cento ebrei dalla deportazione. La notizia è stata data dal vescovo di Carpi, Francesco Cavina, anche tramite un videomessaggio su youtube e subito condiviso tramite i principali social media. La fede cristiana vissuta, l’apertura alla solidarietà, la partecipazione attiva agli ideali di un cristianesimo coerente così come erano proposti dall’associazionismo cattolico del suo tempo sono le caratteristiche di Odoardo Focherini, uomo normale-marito, padre di famiglia, assicuratore di professione e giornalista per passione, da sempre impegnato nella realtà ecclesiale e sociale del territorio - che dopo l’8 settembre 1943 si sentì chiamato ad una carità tanto radicale da portarlo, insieme all’amico e sacerdote carpigiano don Dante Sala, a costruire per gli ebrei perseguitati una rete di fuga verso la Svizzera. Una «missione», ebbe a dire lo stesso don Sala, «che sentiva di dover compiere senza alcun tentennamento. Era la parola chiara di Cristo che suonava nel suo cuore tanto generoso. Il suo operare – prosegue il sacerdote – era tutto il Vangelo vissuto nella sua vita personale, familiare, sociale, ecclesiale, era una testimonianza completa di come dovrebbe essere la vita di chiunque si professi cristiano». Nella primavera del ’44 l’arresto, la reclusione a Bologna e poi a Fossoli di Carpi: qui conosce Teresio Olivelli, un altro martire della resistenza cattolica. Transitando per Gries di Bolzano, in settembre Focherini giunge a Hersbruck, trovandovi la morte il 27 dicembre 1944, a soli 37 anni, per una grave setticemia alla gamba. Di quei terribili mesi, vissuti, come tutto il resto della sua esistenza, con una carica di serenità e fiducia pur nella tribolazione, rimane una testimonianza preziosa: il corpus delle lettere che Odoardo, clandestinamente e non, ha fatto pervenire alla mamma, agli amici più cari e soprattutto alla moglie Maria Marchesi, intensamente e profondamente amata; il pensiero fisso sui sette figli che sa di avere lasciato in un momento difficile ed incerto. Documenti che restituiscono il ritratto di un laico cristiano pienamente inserito nella storia del suo tempo e con lo sguardo fisso su Gesù.Solo a guerra ultimata, il 6 giugno del 1945, la triste notizia della morte di Odoardo arriva a Maria. Da quel giorno in poi le attestazioni di stima non si sono mai fermate. Tra i vari riconoscimenti ricevuti, la Medaglia d’oro delle Comunità Israelitiche (Milano, 1955), il titolo di «Giusto fra le genti» (Gerusalemme, 1969) e la Medaglia d’oro al Merito Civile (Roma, 2007). È dell’inizio del 2012 la prima biografia, a cura dello storico Giorgio Vecchio, dal titolo Un «Giusto fra le Nazioni». Odoardo Focherini (1907-1944). Dall’Azione cattolica ai lager nazisti (Edizioni Edb, Bologna 2012), che ne ricostruisce il profilo e le scelte di vita.«Questa beatificazione – ha commentato il vescovo Francesco Cavina – è una notizia che suscita grande gioia in me, in tutta la comunità diocesana di Carpi e non solo; Focherini è segno indiscusso della fecondità della Chiesa locale: la sua capacità di amare il Signore e mettersi a servizio dei fratelli è per noi un dono e una responsabilità, un forte richiamo a non lasciare inaridire la nostra fede. Perfetta imitazione di Cristo, Odoardo Focherini – ha concluso il vescovo di Carpi – è arrivato davvero a mettere in pratica il Vangelo».