Nel 2015 nel mondo sono stati uccisi 22 operatori pastorali: sacerdoti, religiosi, suore e laici. Per il settimo anno consecutivo, il numero più elevato si registra in America. In 15 anni, dal 2000 al 2015, sono stati uccisi 396 operatori pastorali, di cui 5 vescovi. Sono i dati diffusi dall'agenzia Fides, che specifica anche come nell'anno che sta per chiudersi sono morti in modo violento 13 sacerdoti, 4 religiose, 5 laici. In America sono stati uccisi 7 sacerdoti e una religiosa; in Africa 3 sacerdoti, una religiosa, una laica; in Asia un sacerdote, 2 religiose, 4 laici; in Europa 2 sacerdoti. Tra gli operatori uccisi due erano di nazionalità italiana: Cesare Tavella e Rita Fossaceca. Quest'ultima, medico radiologo 51enne dell’Ospedale Maggiore di Novara, è stata uccisa il 28 novembre 2015 e altri tre suoi connazionali sono rimasti feriti in Kenya, a Mijomboni, piccolo villaggio vicino Malindi, dove si trovava per conto di una associazione umanitaria internazionale. La donna è stata uccisa mentre cercava di difendere la madre durante un tentativo di rapina avvenuto nella loro abitazione. Il cooperante italiano Tavella, di 51 anni, è stato ucciso a Dacca, in Bangladesh, il 28 settembre 2015, crivellato da colpi di arma da fuoco sparati da alcuni uomini in moto, mentre faceva jogging. Di professione veterinario, Tavella aveva vissuto in diverse nazioni, per insegnare nei paesi in via di sviluppo come allevare gli animali. Dal 1993 lavorava nella cooperazione internazionale seguendo progetti di sicurezza alimentare e sviluppo di aree rurali per diverse organizzazioni, soprattutto in Asia. Come sta avvenendo negli ultimi anni, la maggior parte degli operatori pastorali è stata uccisa in seguito a tentativi di rapina o di furto, compiuti anche con ferocia, in contesti che denunciano il degrado morale, la povertà economica e culturale, la violenza come regola di comportamento, la mancanza di rispetto per la vita. In queste situazioni, simili a tutte le latitudini, i sacerdoti, le religiose e i laici uccisi, vivevano nella normalità quotidiana la loro testimonianza: amministrando i sacramenti, aiutando i poveri e gli ultimi, curandosi degli orfani e dei tossicodipendenti, seguendo progetti di sviluppo o semplicemente tenendo aperta la porta della loro casa. E qualcuno è stato ucciso proprio dalle stesse persone che aiutava.«Agli elenchi provvisori stilati annualmente dall’Agenzia Fides, deve sempre essere aggiunta la lunga lista dei tanti, di cui forse non si avrà mai notizia o di cui non si conoscerà neppure il nome, che in ogni angolo del pianeta soffrono e pagano con la vita la loro fede in Gesù Cristo», nota l'agenzia. «Questi numeri sono solo la punta di un iceberg della persecuzione globale contro i cristiani. L’Isis, Boko Haram, la discriminazione in vari paesi dove la religione è un affare di Stato, rendono arduo ed eroico essere cristiani, soggetti ad attentati e a stragi. La nostra Agenzia con questo dossier e con la puntuale informazione su questa persecuzione, mira a portare alla luce questi drammi dell’umanità, al fine di risvegliare la coscienza di tutti gli uomini di Buona Volontà per la costruzione di una società più giusta e solidale», è il commento di padre Vito Del Prete, del Pime.
Il Rapporto annuale dell'agenzia Fides. In 15 anni, dal 2000 al 2015, sono stati uccisi 396 operatori pastorali, di cui 5 vescovi. Tra gli operatori uccisi due italiani: il cooperante Cesare Tavella in Bangladesh e il medico Rita Fossaceca in Kenya.
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