Nella festa di San Sergio di Radonez, durante il canto dei Vespri nella chiesa di San Salvatore in arcivescovado, la Comunità dei figli di Dio ha chiesto ieri al cardinale Giuseppe Betori, arcivescovo di Firenze, l’apertura della causa di beatificazione per il proprio fondatore, don Divo Barsotti.È stato lo stesso Betori a volere che un atto essenzialmente formale acquistasse solennità anche in considerazione della figura di Barsotti.A spiegare il senso dell’evento è stato padre Francesco Romano, delegato episcopale per le cause dei santi, mentre i monaci della comunità barsottiana hanno consegnato all’arcivescovo la domanda dell’apertura della causa, il mandato postulatorio, l’elenco dei testimoni da interrogare e una copia di tutti gli scritti editi di Barsotti di cui proprio quest’anno ricorre il centenario della nascita avvenuta a Palaia, in provincia di Pisa e diocesi di San Miniato, il 25 aprile 1914.Sacerdote, mistico, teologo, predicatore, padre spirituale e grande «scrittore dei misteri di Dio», Barsotti ha all’attivo almeno 500 titoli tra libri e saggi, che spaziano dalla liturgia alla dogmatica, dalla vita spirituale al monachesimo russo, dalla spiritualità francescana alla poesia. Dal 1955 viveva a Settignano, sulle colline di Firenze in un piccolo eremo intitolato all’espressione più alta del monachesimo russo, San Sergio di Radonez, la cui festa liturgica si celebrava appunto ieri. A "Casa San Sergio" don Barsotti è morto il 15 febbraio 2006.L’auspicio adesso, come ha detto Betori nell’omelia durante i Vespri, «è che la Chiesa riconosca la santità di don Divo Barsotti». Per questo e per come ha accolto la richiesta dell’apertura della "causa", padre Benedetto Ravano, moderatore generale, ha ringraziato il cardinale Betori a nome dell’intera Comunità dei figli di Dio.