sabato 22 ottobre 2011
Pubblicità drenata dalle tv, aumento delle spese postali, riduzione dei fondi pubblici per l'editoria: sono alcune delle criticità richiamate dal segretario generale della Cei, Mariano Crociata, al convegno nazionale della Fisc | LA RELAZIONE INTEGRALE
Media diocesani: così la creatività sfida la riduzione delle risorse
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"Si addensano nubi minacciose" sul settore dell'editoria. "L'orientamento delle risorse pubblicitarie alle emittenti televisive nazionali; l'aumento considerevole delle spese postali, seguito alla soppressione delle tariffe agevolate; la riduzione del sostegno pubblico con la drastica e sistematica riduzione del fondo per l'editoria sono tutti elementi che contribuiscono a mettere a rischio di sopravvivenza decine e decine di testate, e quindi centinaia di posti di lavoro". Lo ha detto il segretario generale della Cei, monsignor Mariano Crociata, intervenuto a Cesena al Convegno nazionale della Federazione italiana Settimanali Cattolici."Pur tenendo conto delle precarie condizioni legate alla crisi economica - ha aggiunto - una simile prospettiva significherebbe anche un impoverimento del pluralismo informativo, del dibattito pubblico, del patrimonio culturale e informativo del Paese"."Sul difficile assetto dell'editoria - ha aggiunto Crociata - pesa senz'altro anche il processo tecnologico in corso, che in questi anni ci ha obbligati a confrontarci con autorevoli testi che pronosticavano senza mezzi termini la fine prossima della carta stampata. Nel frattempo, Internet è certamente già diventato - come recita il titolo di questo Convegno - un "luogo da abitare", ma appunto senza che questo significhi disertare il territorio e le sue forme tradizionali di comunicazione"."Infatti, fibre ottiche e satelliti ormai ci spalancano gli orizzonti del mondo; eppure - a dispetto di chi profetizza un declino inesorabile del territorio - cresce la ricerca dell'identità locale, la riscoperta delle piccole patrie, il richiamo alle autonomie. Tale sensibilità - ha rilevato - rivela senz'altro anche ripiegamento e chiusura, ma è comunque reazione a un'omologazione che scardina e rende anonimi. Di qui il ritorno al dialetto di casa, alle tradizioni del paese, alla storia del proprio borgo"."Forse soltanto tenendo insieme i due movimenti del pendolo - la dimensione locale e l'afflato universale, il territorio e la Rete digitale - ci sarà possibilità di equilibrio e di sviluppo, uno stare al passo coi tempi senza per questo smarrire per strada la  propria identità".La Rete -ha osservato monsignor Crociata- costituisce senz'altro una risorsa imprescindibile, che ha spalancato possibilità inedite di informazione, di scambio e di relazione; un nuovo ambiente, che ridisegna il lettore e, quindi, il modo stesso di confezionare i nostri giornali, come ben sapete. Si tratta di una vera e propria sfida, per vincere la quale non servono accorgimenti superficiali, nè basterà affiancare a quella stampata l'edizione digitale".Nel suo intervento Crociata ha aggiunto: "Continuate ad essere voce del territorio. Innovate la vostra grafica, ma - soprattutto - prestate attenzione ai contenuti: raccontate la cronaca, aiutate a contestualizzare gli eventi, curate la scrittura, investite in qualità"."In secondo luogo - ha proseguito - fatevi scegliere per una linea editoriale coraggiosa e riconoscibile nella sua identità ecclesiale, sul tracciato della dottrina sociale della Chiesa con la sua costitutiva articolazione di etica della vita ed etica sociale gerarchicamente ordinate e connesse. Abitate il "cortile dei gentili", attenti a sollevare domande, pronti a proporre percorsi di risposta".
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