Nella Giornata di
preghiera contro la tratta delle persone, Papa Francesco ha
ricordato gli uomini, le donne e i bambini "schiavizzati,
sfruttati, abusati come strumenti di lavoro o di piacere" e
auspica "che quanti hanno responsabilità di governo si adoperino
con decisione a rimuovere le cause di questa vergognosa piaga,
indegna di una società civile". E dopo aver lanciato il suo
appello all'Angelus in Piazza San Pietro, nel pomeriggio, prima
di arrivare in visita alla parrocchia romana di San Michele
Arcangelo a Pietralata, ha voluto fermarsi a sorpresa a visitare
un campo nomadi, una baraccopoli a poca distanza dalla chiesa,
dove oggi trovano ospitalità anche gruppi di rifugiati.
L'attenzione agli ultimi, agli emarginati, ai più sofferenti
è sempre la stella polare di Francesco, che lo ha confermato
parlando all'Angelus anche della Giornata del Malato che si
celebrerà mercoledì prossimo, festa della Vergine di Lourdes.
"La Chiesa ha sempre considerato l'assistenza agli infermi
parte integrante della sua missione - ha detto -. I poveri e i
sofferenti li avrete sempre con voì, ammonisce Gesù, e la
Chiesa continuamente li trova sulla sua strada, considerando le
persone malate come una via privilegiata per incontrare Cristo,
per accoglierlo e per servirlo. Curare un ammalato, accoglierlo,
servirlo, è servire Cristo: il malato è la carne di Cristo".
Poi, subito dopo la recita della preghiera mariana, ha
ricordato che oggi, "memoria liturgica di santa Giuseppina, la
suora sudanese che da bambina fece la drammatica esperienza di
essere vittima della tratta, le Unioni delle Superiore e dei
Superiori generale degli istituti religiosi hanno promosso la
Giornata di preghiera e riflessione contro la tratta di
persone". "Incoraggio - ha detto il Papa su un tema che è uno
dei punti centrali del suo pontificato e a cui ha dedicato anche
l'ultimo messaggio per la Giornata della pace - quanti sono
impegnati ad aiutare uomini, donne e bambini schiavizzati,
sfruttati, abusati come strumenti di lavoro o di piacere e
spesso torturati e mutilati".
"Auspico - ha proseguito - che quanti hanno responsabilità di
governo si adoperino con decisione a rimuovere le cause di
questa vergognosa piaga, una piaga indegna di una società
civile". "Ognuno di noi si senta impegnato ad essere voce di
questi nostri fratelli e sorelle, umiliati nella loro dignità",
ha aggiunto, invitando poi i fedeli a pregare con lui "per loro
e per i loro familiari".
Nel pomeriggio, recandosi alla
parrocchia di San Michele
Arcangelo a Pietralata, la stessa dove il 25 dicembre 1963 papa
Paolo VI volle celebrare la messa di Natale, Francesco ha fatto
uno stop a sorpresa nella baraccopoli di Via delle Messi d'Oro, a
300 metri dalla piccola chiesa nella periferia di Roma. Qui, dove è stato molto festeggiato,
accompagnato dal parroco mons. Aristide Sana, ha incontrato
gruppi di varie nazionalità, tra cui uno di latino-americani con
cui ha recitato il Padre Nostro in spagnolo, dando poi la sue
benedizione. "È stato un momento molto bello, molto
commovente", hanno detto gli stessi uomini della vigilanza.
Nella vicina chiesa, accolto festosamente dai fedeli,
Francesco ha quindi incontrato i vari gruppi della comunità
parrocchiale, cominciando dagli ammalati e dai senza fissa
dimora assistiti dalla Comunità di Sant'Egidio, per poi
proseguire con i bambini battezzati durante l'anno e i loro
genitori, gli scout e i bambini e ragazzi del catechismo, con i
quali si è intrattenuto per uno scambio di domande e risposte.
In particolare, nel rispondere a un bambino, Francesco ha fatto
una considerazione sulla guerra e su chi la suscita nel cuore
umano. Oggi ha ricordato il Papa, ci sono guerre in Ucraina, in
Africa perché, ha detto "c'è l'odio. E chi semina l'odio? Gesù?
No, Gesù semina la pace, l'amore. Quando voi sentite nel cuore
odio, gelosie, invidie, state attenti, perché questo viene dal
diavolo". Dopo aver confessato alcuni fedeli ha infine celebrato
la messa. E nell'invitare a "lasciarsi predicare da Gesù e
lasciar guarire le nostre ferite", nell'omelia ha chiesto
scherzosamente: "Su quale canale della tv parla Gesù?. Ma ti
parla nel Vangelo. E questa è un'abitudine che noi ancora non
abbiamo. Andare a cercare la parola di Gesù nel Vangelo".
"D'accordo? Firmiamo? - ha concluso, ancora con una battuta -
Facciamolo perché ci farà bene a tutti".