«Come dice mia mamma, sono in missione per conto di Dio. Intendendola alla Blues Brothers: la mia è una missione di felicità attraverso la musica». Ha il volto da bambina, ma le idee chiare Francesca Michielin, la vera rivelazione del Festival di Sanremo, dove si è piazzata seconda. Per la 21enne vicentina è un momento d’oro. Il brano
Nessun grado di separazione è disco di platino, il videoclip ha già superato 14 milioni di visualizzazioni sul web, a metà maggio la cantautrice rappresenterà l’Italia all’Eurovision Song Contest 2016 e in autunno si esibirà con undici nuovi concerti in tutta Italia. Ma il successo non le ha fatto abbandonare l’università (studia Beni culturali all’Università Ca’ Foscari aVenezia) e il Conservatorio. Un bell’esempio per le migliaia di giovani che oggi allo Stadio Olimpico di Roma festeggeranno con un grande concerto il Giubileo dei ragazzi.
Francesca, sarà una bella festa, con contenuti importanti. Cerco di rimanere sempre con i piedi per terra. Mi piace il contatto con i miei coetanei, voglio mostrarmi per quella che sono. Questo grande evento mi rende emozionata e felice, e so di avere come artista grandi responsabilità perché vado a proporre contenuti a un pubblico eterogeneo, che comprende anche ragazzi molto piccoli. Amo il
Favoloso mondo di Amélie e ho voglia di trasmettere con la musica felicità, unire e condividere messaggi.
Come in “Nessun grado di separazione”? Sì, lo canterò anche all’Eurosong perché parla di superare le divisioni fra le persone e i popoli. Porterò in Europa un messaggio di pace, speranza e amore in un momento di tensione e terrore, dove l’unica soluzione sembra quella di alzare muri invece di costruire ponti accettando le diversità.
Incontrerà papa Francesco a Roma? Spero proprio di sì, anche se l’ho già incontrato perché ho suonato al concerto da lui voluto a san Valentino. Volevo portare con me mio fratello, insegnante alle elementari, che ha due lauree, una in scienze religiose e filosofia delle religioni e un’altra in teologia. Ci teneva tanto, ma non è stato possibile. Allora l’ho detto al Papa e gli ho chiesto se poteva darmi qualcosa per lui, e lui mi ha consegnato un rosario.
So che lei ha iniziato a cantare nei cori parrocchiali. Nel coro della parrocchia di Sant’Eusebio a Bassano del Grappa: andavo cantare con le mie amiche, poi in un coro Gospel. Mi è sempre tanto piaciuto cantare insieme, più ancora che da solista.
Il suo rapporto con Dio com’è? Sono giovane e mi faccio tante domande. Di una cosa sono sicura, felice e realizzata: da quando avevo 11 anni faccio tanto volontariato con gli scalabriniani, come pure mio fratello. L’anno scorso a Foggia ho partecipato a un programma di cooperazione allo sviluppo che dà sostegno ai braccianti che raccolgono i pomodori. Per quest’estate mi sto organizzando con gli amici per andare a Lampedusa ad occuparmi di migranti, perché sono sensibile al tema dell’integrazione. Invito tutti a fare volontariato perché fa bene e fa stare bene.
Tutta questa positività la ritroviamo anche nelle sue canzoni? Mi sono messa in gioco come cantautrice, e più è sincero un lavoro più si sente. Nel mio album
#di20are c’è un brano a cui sono legata,
25 febbraio, la mia data di nascita. L’ho scritta immaginando un dialogo tra me stessa appena nata e la Francesca di adesso. Una canzone d’amore verso se stessi, di protezione e incoraggiamento, per quello che è passato e quello che succederà.
Di amore per se stessi avrebbero molto bisogno i suoi coetanei oggi. Per i ragazzi della mia generazione è un mondo complicato, sognare sembra utopia. Io ad esempio studio beni culturali, ed è una laurea che non dà grandi prospettive di lavoro. Ma anche se sognare sembra da persone immature, è importante perché quando riesci a immaginare qualcosa di unico, lo puoi creare. Bisogna osare, avere paura e coraggio perché quando tiri fuori quello che sei trovi la tua strada.
E Francesca Michielin che strada prenderà? Popstar o ministro dei Beni culturali? Magari tutti e due. Intanto il 29 aprile mi metto davvero sulla strada con un furgoncino. Parto da Bassano e in 6 tappe raggiungerò Stoccolma per l’Eurosong (la finale il 13 e 14 maggio su Raiuno) come in un campeggio. Là canterò in parte in inglese per fare arrivare a tutti il messaggio di condivisione del testo, e preparerò una performance molto emozionante a partire da un seme.