mercoledì 13 settembre 2023
Prima le delegazioni, poi due ore di colloqui diretti tra il capo del Cremlino e il dittatore nordcoreano. «Fianco a fianco per combattere l'imperialismo»
La stretta di mano tra Kim Jong-un e Putin al cosmodromo di Vostochny

La stretta di mano tra Kim Jong-un e Putin al cosmodromo di Vostochny - Reuters

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I “fuochi d’artificio alla nordcoreana” hanno anticipato nella notte dell'Occidente anche le agenzie di stampa, annunciando l’inizio degli incontri nell’estremo Oriente russo tra Vladimir Putin e Kim Jong-un. Due missili balistici sono partiti da Pyongyang verso "il Mare dell'Est (Mar del Giappone)”, come è stato poi annunciato. La prima “doppietta” dopo quasi due settimane dagli ultimi lanci decisi dal piccolo dittatore per ricordare la sua esistenza nel consesso internazionale.

Partendo dal fondo e prima della cena ufficiale (a base di granchio, anatra e manco "marmorizzato", la lunga giornata di Putin e di Kim (ormai come di consuetudine accompagnato passo per passo dalla sempre più potente sorella Kim Yo-jong) è comincia con il primo gesto simbolico, in una sequenza di dichiarazioni e gesti che tra la retorica e il minaccioso inquietano non poco il mondo. Nel gioco c’è infatti anche la Cina che “di fatto” autorizza ogni mossa del regime del regno eremita. A rimarcarlo ieri Pechino ha dimostrato (altro simbolismo) la sua prima istanza: Taiwan. Altri 35 caccia e venti navi da guerra hanno sorvolato e solcato le acque intorno all’”isola ribelle” senza preavviso. Ognuno ha quindi qualcosa da incassare: Pechino la potenza di un asse sempre più palese, Pyongyang il peso geopolitico che Joe Biden non gli riconosce a differenza del suo predecessore Trump e Vladimir Putin quel materiale bellico che serve per rimpolpare gli arsenali tanto poveri di munizioni dopo oltre un anno e mezzi di guerra in Ucraina.

Il sito di assemblaggio dei missili

Nelle prime ore dell’Est Russo il primo segnale inequivocabile, nella scia dei simboli, è stato la visita ella fabbrica dei missili: Il presidente russo Vladimir Putin e il leader nordcoreano Kim Jong-un hanno visitato un sito di assemblaggio e lancio di razzi nel cosmodromo di Vostotchny, in Siberia, prima dell'avvio dei colloqui. "I leader hanno ispezionato i siti del nuovo cosmodromo: un'officina di assemblaggio per il lanciatore Angara (la nuova generazione di razzi russi, ndr), un sito di lancio per i lanciatori Soyuz-2 e un sito di lancio in costruzione per Angara”, ha dichiarato il Cremlino in un comunicato.

Il crescendo di minacce

Ciò che è filtrato dai colloqui, prima tra le delegazioni e poi nel faccia a faccia tra i due leader ha il solo scopo di dare titoli ai media. In realtà si è trattato di un incontro tra due leader che hanno entrambi bisogno dell’altro: uno per tradurre in potere le continue minacce e l’altro per restare in sella no nonostante una guerra che sta dissanguando la Russia. Così Il leader della Corea del ha promesso a Vladimir Putin il suo aiuto nella guerra della Russia contro nel bilaterale al cosmodromo di Vostochny, in Siberia. "La Russia si è sollevata per proteggere la propria sovranità e sicurezza", ha detto Kim, secondo l'agenzia di stampa Interfax. "Abbiamo sempre sostenuto e continueremo a sostenere tutte le decisioni di Putin e quelle del governo russo. Spero che saremo sempre insieme nella lotta contro l'imperialismo e nella costruzione di uno Stato sovrano". A spiegare in termini pratici l’intesa c’ha pensato invece il portavoce del Cremlino, Dmitrij Peskov: la cooperazione tra la Russia e la Corea del Nord continuerà nel settore della sicurezza e in ambito militare. E questo non dovrebbe infastidire altri Paesi. Lo ha dichiarato il il portavoce. "In ogni caso, l'intera gamma delle relazioni implica il dialogo e l'interazione in aree sensibili, come l'interazione militare e lo scambio di opinioni sulle questioni più urgenti nel campo della sicurezza. Anche questo verrà portato avanti", ha affermato Peskov, aggiungendo che "tutte le questioni riguardano solo i nostri due Paesi sovrani. E non dovrebbero essere motivo di preoccupazione per alcun Paese terzo. La nostra cooperazione è portata avanti a beneficio dei popoli dei nostri due Paesi, ma non contro nessuno", ha promesso.

L'immancabile, 'Z' dell'operazione militare speciale alle spalle dei due leader

L'immancabile, "Z" dell'operazione militare speciale alle spalle dei due leader - Reuters

Poi sono arrivate le bordate: la Corea del Nord sostiene tutte le decisioni delle autorità russe e intende rimanere al fianco di Mosca per "combattere contro l'imperialismo", ha detto Kim citato sempre dall'agenzia Interfax. Quella della Russia è "una guerra santa contro l'Occidente per la sua sovranità' e la sua sicurezza. Mosca e Pyongyang combatteranno insieme questa battaglia contro l'imperialismo", avrebbe scandito ancora il “rocket man” come lo definì Trump prima di trasformarlo mesi dopo in un amico dell’America "Sosterremo sempre le decisioni del leader russo”, ha aggiunto.

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