Le nostre parrocchie sono sempre più "internazionali". Le comunità si arricchiscono della presenza da cristiani di tante nazioni diverse. E la pastorale si adegua. Non solo, tra noi crescono le presenze missionarie. Preti, religiosi e religiose che arrivano da altri continenti per lavorare all'evangelizzazione del Vecchio Continente, che fa sempre più fatica a camminare lungo la strada della fede.
È quello che accade a Prato, centro toscano famoso per i tessuti e per la presenza di un numerosa comunità cinese. In una parrocchia sono arrivati quattro frati francescani, due italiani e due cinesi. Insieme guideranno il popolo cristiano, nel quale sono presenti molti asiatici. Un'esperienza che fa riflettere anche sulla "cattolicità" della Chiesa.
La comunità dell'Ascensione al Pino
di Prato ha così festeggia l'ingresso dei padri francescani e la nascita in
parrocchia della Fraternità internazionale. Oltre cinquecento persone,
ieri pomeriggio, si sono ritrovate nella chiesa di via Galcianese per
questo significativo passaggio di consegne tra don Paolo Baldanzi,
che ha guidato i fedeli per oltre sedici anni, e i frati dell'Ordine
francescano minore padre Roberto Bellato, nuovo parroco
dell'Ascensione, padre Alessio Prosperi e padre Paolo Hou e padre Pietro Xia(che accompagneranno i cattolici orientali della cappellania che ha sede
proprio in questa chiesa).
Alla celebrazione, oltre ai tanti fedeli, hanno partecipato numerosi
frati dell'Ordine, provenienti da tutta la Toscana e non solo, il
ministro provinciale dei frati minori padre Guido Fineschi e monsignor
Marco Dino Brogi, nunzio apostolico e arcivescovo titolare di Città
Ducale. Per la diocesi di Prato il vicario generale monsignor Nedo
Mannucci, il cancelliere Daniele Scaccini, il vicario per i
migranti monsignor Santino Brunetti e diversi sacerdoti del vicariato
ovest. Il vescovo Franco Agostinelli ha celebrato la funzione.
"Come frati minori eravamo presenti a Prato nella chiesa di San
Domenico - ha spiegato all'inizio della messa d'ingresso padre
Fineschi - ma abbiamo dovuto lasciare la presenza per mancanza di
forze. Eppure, nell'ottica di un rinnovo, abbiamo accolto l'appello
del vescovo di un servizio più pastorale, prendendo la guida di questa
parrocchia. Vogliamo essere segno francescano e strumento di pace e
unità all'interno non solo della parrocchia, ma anche della diocesi e
della città: non a caso questa chiesa è sede della cappellania
cattolica cinese e anche in questo apostolato ci impegneremo".
Ai piedi dell'altare padre Roberto, che nel rito ha
ricevuto dal vescovo l'acqua benedetta, l'incenso e infine la sede, da
cui predicherà la Parola. Don Paolo Baldanzi ha invece consegnato al
suo successore le chiavi della chiesa, del tabernacolo e una stola.
"Questo è un progetto - ha spiegato monsignor Agostinelli durante l'omelia - che non nasce all'improvviso: oggi inizia una avventura bella e
impegnativa, che affidiamo al Signore. Il tutto nell'ottica di una
Chiesa che accoglie, che dialoga, che fa servizio: bisogna stare in
mezzo alla gente, condividere bisogni, gioia e tristezza". E il
riferimento va anche all'apostolato nei confronti dei cittadini
orientali della città: una sfida per vincere la diffidenza e il
pressappochismo e costruire, insieme, una strada per l'integrazione e
la fraternità. Il presule ha avuto parole di apprezzamento e
ringraziamento anche per l'ormai ex parroco don Paolo, che i fedeli
hanno omaggiato con un lungo applauso.
Dopo la messa tutti a far festa insieme nel salone del
centro pastorale: italiani e orientali, vecchi e nuovi parrocchiani,
famiglia francescana. "Ci sono tre cose che non vi farò mai mancare -
ha detto proprio il nuovo parroco, padre Roberto Bellato, a tutta la
comunità, sia in lingua italiana che cinese - ossia l'Eucarestia e il
dono della Parola, il sacramento del Perdono, la preghiera quotidiana
per voi. Per tutto il resto cammineremo insieme, porteremo i pesi e
condivideremo le gioie, nell'ottica di una comunità bella e unita, in
cui non esistono distinzioni e disuguaglianze".