Appelli del Papa per Siria, Iraq e Venezuela, contro le violenze e per ristabilire condizioni di dialogo e di pacificazione. "Non cessano, purtroppo, - ha detto il Papa dopo l'Angelus di domenica 1 marzo - di giungere notizie drammatiche dalla Siria e dall'Iraq, relative a violenze, sequestri di persona e soprusi a danno di cristiani e di altri gruppi. Vogliamo assicurare a quanti sono coinvolti in queste situazioni che non li dimentichiamo, ma siamo loro vicini e preghiamo insistentemente perché al più presto si ponga fine all'intollerabile brutalità di cui sono vittime. Insieme ai membri della Curia Romana - ha raccontato papa Bergoglio - ho offerto secondo questa intenzione l'ultima Santa Messa degli Esercizi Spirituali, venerdì scorso. Nello stesso tempo - ha concluso il Pontefice - chiedo a tutti, secondo le loro possibilità, di adoperarsi per alleviare le sofferenze di quanti sono nella prova, spesso solo a causa della fede che professano". "Preghiamo per questi fratelli e sorelle che
soffrono per la fede in Siria e in Iraq, preghiamo in silenzio", ha aggiunto a braccio, e la piazza è stato in silenzio con lui per un minuto abbondante".Subito dopo papa Bergoglio ha ricordato la "acuta tensione" in Venezuela, e "in particolare il ragazzo ucciso pochi giorni fa a San Cristobal", esortando "tutti al rifiuto della violenza" affinché si riprenda "un cammino per il bene del Paese, riaprendo spazi di incontro e dialogo sinceri e costruttivi". Il 24 febbraio a San Cristobal è rimasto ucciso nel corso di una manifestazione il 14enne Kluivert Roa. Il Venezuela vive forti tensioni sociali e politiche, oltre alla preesistente crisi economica. Manifestazioni antigovernative si alternano amanifestazioni a favore del presidente Nicolas Maduro.Del tutto diversa la situazione in Siria e Iraq, dove le violenze jihadiste colpiscono soprattutto i gruppi minoritari, e in Siria la guerra civile, che sta per entrare nel quinto anno, ha causato più di 200 mila morti, più di un milione di feriti, più di 7 milioni di sfollati interni e 4 milioni di rifugiati. Mentre non ci sono informazioni precise sulla sorte delle centinaia di cristiani assiri rapiti dal califfato, alla preoccupazione del Papa si associano gli sforzi della sua diplomazia (tra l'altro lunedì mattina papa Bergoglio riceverà il presidente del Kurdistan iracheno, Barzani). Non solo i cristiani, ma tutti i gruppi minoritari, ha ricordato nei giorniscorsi a Radiovaticana il
nunzio a Damasco Mario Zenari, temonoi jihadisti. "Già alcune misure sono state adottate - ha ricordato mons. Zenari - come quella di tagliare i rifornimenti che arrivano a questa gente, i conti bancari, il petrolio; o quella di fermare coloro che sono stati presi nel giro di questa ideologia e che magari dall'Europa si recano in queste zone. Quindi varie misure. Bisogna cercare di fermare questa situazione".