lunedì 7 dicembre 2015
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​Un sole pallido, e un’aria fresca che pare, più che d’Avvento, quasi di primavera. Alla vigilia dell’apertura della Porta Santa, alle nove del mattino, piazza San Pietro si va riempiendo di pellegrini. Sono, a meno di un mese dalla strage di Parigi, forse meno del previsto: eppure già la coda per entrare in Basilica è interminabile. Quasi un’ora per arrivare alla linea dei sette metal detector che lampeggiando radiografano il contenuto delle borse. Molti stranieri, una babele di lingue che si incrociano. Paura? domandi al tuo vicino. Lui, un ragazzo rumeno, alza le spalle: «Se facessero qualcosa qui scoppierebbe la guerra mondiale... Non arriveranno a tanto».  Un gruppo di ragazze lombarde è intento a farsi i selfie. Paura? Sorridono, fiere: «No, siamo perfettamente tranquille». E in effetti qualcosa che non sapresti definire ti rasserena in mezzo al Colonnato: forse quelle gran braccia di marmo che ti stringono, forse lo spiegamento di polizia appena fuori, ai confini del Vaticano. O forse tanta gente che è qui con i bambini, e i malati in carrozzella: è talmente pacifica e fiduciosa e inerme questa folla, che ti pare impossibile che qualcosa possa accadere.Duemila agenti, 2000 telecamere, 1400 obiettivi sensibili, questi numeri recita il tg, eppure quasi te li dimentichi davanti alla Porta Santa, ancora chiusa. Dentro, il consueto splendore. La Pietà michelangiolesca pare la misericordia stessa, in persona, come il Papa la ha evocata nella Bolla di indizione dell’Anno Santo: icona del viscerale, materno amore di Dio per i suoi figli. Davanti a te l’altare, sulla verticale esatta della tomba di Pietro, e rigorosamente in linea con la sommità della cupola. Il cuore della cristianità. Ma il Cupolone in queste sere, eccezionalmente, è spento per ragioni tecniche: così che chi dal fondo di via della Conciliazione getta lo sguardo alla Basilica incontra il buio - ed è una sottile stretta al cuore, che irrazionalmente richiama quella parola che gira, ma quasi non si pronuncia. Paura: stando ai sondaggi, 83 romani su 100 temono un attentato durante il Giubileo, dopo Parigi. Eppure i pellegrini si affollano davanti alla tomba di Giovanni Paolo II, e si affacciano alla Messa delle 10 nella Cappella del Coro, il cui oro splende sotto ai raggi del sole da Est. Ti colpiscono due ragazzi molto giovani, chiarissimi di carnagione, lei con una gran treccia fulva: ti meravigliano perchè portano abiti sciupati e polverosi, e scarpe bucate, e lui regge un crocefisso di legno. Paiono due pellegrini medioevali. Sono Elisabeth e Henry, vent’anni, dal Minnesota. Fanno la Comunione, e se ne restano seduti, assorti, felici. Quella evidente felicità ti sbalordisce. Non c’è attentato, pensi, che possa togliere la gioia a questi due. C’è un’altra Roma, poi, fuori, oltre il Tevere: quella di via del Corso, dove i romani vanno a fare spese, in un felice caos di bambini, pacchi, luci di Natale. E anche qui è talmente in pace, la città. Colpirla, sarebbe feroce. Cerchi con gli occhi qualcuna delle 2000 telecamere che vegliano. Ne incontri gli occhi metallici sugli ingressi dei negozi, pensi alla marea di immagini che fluisce alla Sala operativa, alla Garbatella. Tutta Roma è sorvegliata, ma questo non fermerebbe un kamikaze. E ti dici allora che bisogna pregare, perchè non accada niente.  Dietro a piazza Navona, a San Luigi dei Francesi, una piccola folla di pellegrini va a contemplare la "Vocazione di Matteo" di Caravaggio, quella amata da Francesco, che ne ha tratto il suo motto: "Miserando atque eligendo", cioè provando compassione e dunque scegliendo, Cristo, il pubblicano Matteo. I più ritengono che Matteo nel quadro sia il vecchio con la barba, ma Francesco invece, quando di passaggio a Roma veniva qui, pensava che Matteo fosse il ragazzo cupo, a capo chino davanti a una manciata di denari. Il più giovane, il più disperato della compagnia. In effetti, pensi, è a quel ragazzo che una madre guarderebbe istintivamente, con pietà.E la luce che accompagna la mano di Cristo ti pare un’altra icona di misericordia: come una mano materna su questa grande città. A pomeriggio avanzato, sulla sinistra del Colonnato gli operai del Comune, trafelati, ridipingono le strisce bianche sul selciato. Last minute, ti dici, e così di fretta che un operaio sbaglia e l’altro gli grida: "Ahò, vai storto!" E tu sorridi, e preghi che la misericordia di Dio tenga ben stretta questa pigra, caotica, meravigliosa città.
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