Malati, poveri, detenuti, emigranti: “non dobbiamo lasciarci spaventare dal loro numero, ma piuttosto guardare i loro volti e ascoltare le loro storie dandogli pane materiale e soprattutto spirituale, perché il primo senza il secondo è pura vanità”. Sono una piccola task force impegnata là dove c’è più bisogno. I Frati e Suore povere di Gesù e Maria li si può trovare negli ospedali, nelle mense dei poveri, tra i più bisognosi, a soccorrere i migranti salvati dai barconi, per le strade a piedi e in autostop, senza bagagli, a portare una parola di conforto, alla luce di una grande verità: se si persevera nella fede arriveranno le beatitudini promesse dal Signore. Li si può riconoscere a distanza dal saio, dallo scapolare di color sabbia: davanti portano la Madonna del Carmelo, sulle spalle Gesù, a sinistra la Bibbia a destra il Rosario. Fra’ Volantino, al secolo Corrado Giunta, che è il fondatore e il Servo Generale della comunità, è l’esempio concreto di cosa significhi la conversione. Siciliano di Modica, fino ai 25 anni proprietario un grande pub, di una palestra e di una impresa edile che impiegava una decina di operai: “A quei tempi frequentavo le discoteche, viaggiavo in moto a tutta velocità sulla Catania-Palermo... Poi una sera del 1995 vennero a chiedermi una tangente per non far finire male il mio pub. Ero furibondo, così furioso che ho persino pensato di uccidere quei delinquenti. È allora che mi sono rivolto direttamente a Dio, anzi l’ho quasi sfidato: se esisti aiutami e io cambio vita. Dio mi ha ascoltato: ho avuto un’offerta interessante che mi ha portato in Svizzera e a Milano. Qualche mese dopo sognai Gesù ed ebbi altri segni. Allora non ero credente, però mi incuriosii e cominciai ad andare a Messa la domenica. In una di queste il prete fece un’omelia nella quale, commentando un passo di San Luca, parlò proprio del mio sogno come se lo conoscesse e mentre parlava, fissava proprio me che ero un perfetto sconosciuto. Mi convinsi: avevo capito! Ero stupefatto e quasi spaventato: da qui inizia la mia conversione. Avevo 26 anni. Poi ho fondato la nuova comunità religiosa dei Frati e suore povere di Gesù e Maria, con l’intento di vivere il Vangelo con i fatti e nella Verità. La comunità ha una doppia spiritualità: la prima, similmente a quella Carmelitana, di preghiera e contemplazione e la seconda si avvicina quella dei primi francescani per la povertà e l’evangelizzazione su strada senza nulla possedere”.