martedì 24 febbraio 2015
Terzo giorno degli esercizi spirituali nella Casa Divin Maestro di Ariccia. La riflessione sui “Sentieri di libertà”.
Ecco l'esame di coscienza raccomandato da Francesco
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Terzo giorno degli esercizi spirituali nella Casa Divin Maestro di Ariccia, ai quali partecipano il Papa e i sacerdoti della Curia Romana e che vengono predicati dal carmelitano Bruno Secondin. Se il tema della meditazione di lunedì era stata "Cammini di autenticità", martedì la riflessione è stata su “Sentieri di libertà”. Prendendo spunto dal terribile gesto di Elia che fa giustiziare i profeti di Baal, il predicatore ha invitato a ricordare come la Chiesa nella sua storia è stata capace di atti violenti. «Anche noi abbiamo bruciato persone, abbiamo ammazzato», ha detto. E ha sottolineato che oggi tanta violenza può esprimersi sotto altre forme, «anche senza la spada», utilizzando ad esempio la forza dirompente della lingua e persino i nuovi mezzi di comunicazione.Proseguendo nella lettura della vicenda di Elia, padre Secondin è passato ad analizzare un altro atteggiamento necessario alla conversione: dopo il coraggio di uscire allo scoperto, di dirsi la verità su se stessi, di gettare la maschera che anestetizza le nostre coscienze, viene la necessità di incamminarsi su «sentieri di libertà» e di eliminare quegli atteggiamenti che ci fanno «oscillare da una parte all’altra» e di lasciare spazio a Dio. Padre Secondin ha accennato a un certo culto «chiassoso, superstizioso» e si è chiesto: quali sono i nostri idoli? «Orgoglio, ambizione, cultura, carriera». Ma non possiamo dubitare della misericordia di Dio. La risposta di Dio è il fuoco, «la misericordia che tutto prosciuga, tutto trasforma». Per questo Elia ricostruisce un altare con le dodici pietre che ricordano le dodici tribù d’Israele: vuole richiamare tutti a un’identità. E se anche il popolo è refrattario a tornare sui suoi passi, ciò non mette paura a Dio, perché egli «rimane fedele e disponibile». Dio è sempre «un abbraccio di misericordia».
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