Un'immagine di archivio delle operazioni Eunavfor Med-Operazione Sophia
L'Italia è pronta a rompere con l'Europa sulla missione Sophia. Il governo chiede la rotazione dei porti di sbarco dei migranti e nuove regole oppure «valuterà se continuare», dicono i ministri Elisabetta Trenta e Matteo Salvini. L'Italia ha chiesto agli altri Paesi europei la condivisione dei porti di sbarco. «Se anche a fronte di questo arriverà l'ennesimo no, dovremo valutare l'opportunità di continuare a spendere soldi per una missione che sulla carta è internazionale, ma che poi in sostanza ha tutti gli oneri a carico di 60 milioni di italiani e di un unico Paese», ha detto il ministro dell'Interno, parlando oggi in conferenza stampa a Venezia. I ministri della Difesa europei, durante il summit a Vienna, si sono mostrati freddi verso le richieste italiane, ha detto la ministra Elisabetta Trenta. Eppure «sulla missione militare si gioca l'immagine dell'Europa», afferma la responsabile della Difesa che si è detta «delusa perché l'Europa non c'è, ma fiduciosa». Parla di mancanza di «consenso sulle soluzioni pratiche» l'alto responsabile della Politica estera Ue Federica Mogherini, che su Sophia auspica «una soluzione nelle prossime settimane». Il ministro degli Esteri Enzo Moavero Milanesi, parlando a Vienna dopo la riunione del consiglio permanente dell'Osce insiste sulla solidarietà attesa dal continente sulla gestione del flusso dei migranti: «L'abbiamo chiesta ai Paesi membri dell'Ue. Si tratta di una parola chiave, speriamo che questa solidarietà venga dimostrata e non troppo tardi», ha insistito.
Salvini ancora contro Macron. Nuove accuse da Agrigento
Il vicepremier e ministro dell'Interno torna anche all'attacco del presidente francese Macron sull'accoglienza: «Più di 40mila respingimenti alle frontiere con l'Italia dall'anno scorso, altro che solidarietà. Abbia il buon gusto di non dare lezioni». Ma intanto arrivano contro di lui nuove accuse nell'inchiesta sul caso Diciotti, dove risponde di sequestro di persona, arresto illegale e abuso d'ufficio, insieme al suo capogabinetto. Ipotizzati dalla procura di Agrigento, come confermato da fonti giudiziarie, anche i reati di sequestro di persona a scopo di coazione, in quanto secondo i magistrati il titolare del Viminale avrebbe impedito lo sbarco per fare pressione sull'Ue in direzione della ridistribuzione dei migranti; e l'omissione d'atti di ufficio, poiché avrebbe ignorato la richiesta della Guardia costiera di un porto sicuro, indicando Catania solo come scalo tecnico. Salvini replica dicendosi pronto ad essere ascoltato e usando l'ironia: «Leggo ora che sono accusato di un nuovo reato: ricatto all'Unione europea. Stanno modificando il codice penale ad uso e consumo del ministro dell'Interno. Se è così, rivendico
bonariamente di aver ricattato l'Unione europea».