giovedì 6 settembre 2018
Si tratta di 49 milioni. I legali del Carroccio potrebbero ora ricorrere in Cassazione. Salvini: «Italiani con noi». Conte: «Difficile fare politica senza risorse»
Gli avvocati della Lega Robeto Zingari (S) e Giovanni Ponti (D) all'uscita del palazzo di Giustizia di Genova

Gli avvocati della Lega Robeto Zingari (S) e Giovanni Ponti (D) all'uscita del palazzo di Giustizia di Genova

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Il tribunale del Riesame ha accolto il ricorso della Procura sul sequestro dei fondi della Lega in relazione alla truffa ai danni dello Stato, stimata in 49 milioni, per rimborsi elettorali non dovuti dal 2008 al 2010 per cui sono stati condannati in primo grado Umberto Bossi, l'ex tesoriere Francesco Belsito e tre ex revisori dei conti. Al momento i fondi sequestrati ammontano a circa 3 milioni e ora nelle casse del partito ci sono poco più di 5 milioni.

I difensori della Lega potrebbero ora impugnare la decisione e ricorrere ancora in Cassazione. Era stata proprio la Cassazione ad aprile a rinviare al Riesame il caso dopo aver accolto la richiesta della Procura di poter sequestrare fondi del Carroccio, oltre a quelli già trovati. I difensori del Carroccio avevano presentato una consulenza "per dimostrare che i soldi che la Lega ha in cassa ora sono contributi di eletti, donazioni di elettori e del 2 per mille della dichiarazione dei redditi. Sono somme non solo lecite ma che hanno anche un fine costituzionale: consentono al partito di perseguire le finalità democratiche del Paese. Dire che sono profitto del reato è un non senso giuridico". Il procuratore Francesco Cozzi aveva annunciato che nel caso in cui il Riesame accogliesse la decisione della Cassazione avrebbe chiesto l'immediato sequestro dei fondi.

"E' una vicenda del passato, sono tranquillo, gli avvocati faranno le loro scelte: se vogliono toglierci tutto facciano pure, gli italiani sono con noi", Lo ha detto il ministro degli interni e leader della Lega Matteo Salvini in una conferenza stampa ha commentato la sentenza del Riesame.

"Ne prendo atto ma non commento, da avvocato lo avrei fatto. E prendo atto che ora per un partito politico sarà difficile svolgere attività politica". Lo ha detto il premier Giuseppe Conte. "Direi di no", ha detto il premier rispondendo, nel corso della sua visita a Ischia, a chi gli chiede se ci saranno ripercussioni sul governo dopo la sentenza sui fondi della Lega.

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