venerdì 31 maggio 2024
Commemorazione in Aula Magna a Milano Nel pomeriggio nel duomo di Piacenza i funerali. L'arcivescovo Delpini: "Chiediamo la grazia della discrezione che sa compatire"
Il feretro del rettore Anelli nella cattedrale di Piacenza

Il feretro del rettore Anelli nella cattedrale di Piacenza - Ansa

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È stato un vero e proprio commiato in famiglia quello che si è celebrato questa mattina nell’Aula Magna dell’Università Cattolica per il rettore Franco Anelli. Un momento intimo quanto solenne al tempo stesso. La bara del rettore, che si è tolto la vita giovedì 23 maggio, alle 7.30 era stata collocata nell’Aula Magna dove, a partire dalle 10, si sono svolti un momento di preghiera, guidato dall’arcivescovo di Milano Mario Delpini, e la commemorazione ufficiale, affidata al prorettore vicario Pier Sandro Cocconcelli, al direttore generale dell’ateneo Paolo Nusiner e a una studentessa della facoltà di Giurisprudenza, dove Anelli aveva la cattedra di Diritto privato, Elisabetta Del Campo.

E nel pomeriggio la "famiglia" dell'Università Cattolica si è trasferita a Piacenza, nel cui Duomo si sono celebrati i funerali religiosi, presieduti dal vescovo Claudio Giuliodori, assistente ecclesiastico generale dell'ateneo. A concelebrare il vescovo di Piacenza-Bobbio, Adriano Cevolotto, l'arcivescovo di Modena-Nonantola e vescovo di Carpi, Erio Castellucci, vicepresidente della Cei, il vescovo Giovanni Pagazzi, segretario del Dicastero per la cultura e l'educazione, e il vescovo emerito di Piacenza-Bobbio, già assistente ecclesiastico generale della Cattolica, Gianni Ambrosio.

"Non possiamo nascondere il turbamento per una vita che si è spezzata in modo così drammatico - ha detto nell'omelia il vescovo Giuliodori rivolgendosi alle oltre mille persone che hanno gremito il Duomo -, ma siamo consapevoli che ci sono soglie che non sono valicabili e di fronte alle quali dobbiamo assumere l’atteggiamento più consono e appropriato. Il silenzio e il rispetto innanzi tutto per una vicenda umana che ci ha posto di fronte ad una situazione inaspettata e imponderabile". Ma partendo dalla lettura del brano evangelico della visita di Maria a santa Elisabetta, il vescovo ha sottolineato che quell'abbraccio tra le due cugine "si estende al nostro caro Franco Anelli e a tutti noi per ricordarci che Dio si è fatto uomo ed è venuto a condividere i drammi dell’umanità e a spalancare per tutti la via della salvezza. Il Signore Gesù non solo è venuto in mezzo a noi per darci la vita vera e in abbondanza, ma per renderci partecipi della vita eterna".

“Generoso”, “lungimirante”, “ironico e con una brillantezza di pensiero” erano state le espressioni più usate nella commemorazione ufficiale in Aula Magna dagli oratori ufficiali. “Caro Franco, i numerosi messaggi di vicinanza che ci giungono in questi giorni testimoniano la perdita di un uomo straordinario e di un grande intellettuale, io perdo un amico affettuoso – ha detto il prorettore vicario Cocconcelli -. Il rettore Franco Anelli era, e resterà, uno dei membri più illustri della nostra Università, e non solo per il ruolo che ha svolto. La sua dedizione all’ateneo dei cattolici italiani è evidente nelle tante opere che ci ha lasciato e che ci impegniamo a proseguire. I suoi insegnamenti non saranno dimenticati”.

“Ci tengo a esprimere innanzitutto gratitudine per aver potuto godere della sua intelligenza ironica e della brillantezza di pensiero durante le sue lezioni del corso di Diritto privato” ha aggiunto da parte sua la rappresentante degli studenti e delle studentesse, che non ha eluso gli interrogativi che questa tragedia ha sollevato. “Siamo rimasti provocati da una serie di interrogativi urgenti, che non vogliamo e non possiamo ridurre. Per che cosa vale la pena vivere? Esiste una risposta al nostro bisogno di giustizia, amore, verità e felicità?” ha detto, senza però cedere alla disperazione. “Anche davanti a un fatto così drammatico, non possiamo perdere quel naturale e vero grido alla vita, sempre ostinato e presente, che ci obbliga alla ricerca incessante di quel senso a cui il cuore umano anela”.

Poco prima nel momento della preghiera l'arcivescovo Delpini aveva chiesto "la grazia di passare dalla curiosità morbosa alla discrezione del compatire. La curiosità morbosa continua a ronzare intorno al macabro, mai si sazia di pettegolezzi, di mezze parole. Chiediamo la grazia della discrezione che sa compatire, di quella sobrietà che preferisce il silenzio alle inutili parole di circostanza. Dalla curiosità alla discrezione". Sottolineando che "l’interruzione tragica della presenza del professor Anelli, per anni protagonista della vita della nostra Università, determinante per scelte di persone e strategie, può generare un senso di inquietudine sul futuro. Chiediamo la grazia di passare all’assunzione di responsabilità perché ciascuno si metta di impegno per servire il bene della comunità universitaria, ciascuno offra il suo contributo di pensiero e di disponibilità, perché si scriva una storia che erediti tutto il bene e che si avvii su nuovi cammini, per nuovi climi e narrazioni persuasive".

Anche il cardinale Matteo Zuppi, presidente della Cwi ha voluto rendere omaggio al rettore scomparso, parlando di preghiera e rispettoso silenzio in questo frangente. "Il Rettore Magnifico ha vissuto intensamente la vocazione dell’Università. Cattolica, che coltiva la passione per l’uomo e la sua piena realizzazione, l’impegno perché ogni persona possa diventare protagonista all’interno della società, sempre attenta al bene comune, che è sempre l’unica parte che la Chiesa sceglie e per quale sarà sempre libera. La Cattolica, secondo lo spirito dei suoi fondatori, vuole assicurare una presenza nel mondo universitario e culturale di persone impegnate ad capire e affrontare alla luce del messaggio cristiano e dei principi morali, i segni dei tempi, i problemi della società e della cultura. La vita del Prof. Anelli si è snodata lungo questo sentiero, illuminato dalla luce di tante persone illustri e testimoni esemplari". E concludendo il cardinale zuppi ha voluto rivolgersi direttamente al rettore. "Nell’affidarti al Signore, primo e ultimo amante della nostra fragile vita, del nostro delicato e bellissimo fiore di campo (Ps 103,15) portiamo con noi la tua testimonianza di una vita spesa a “costruire” uomini e donne capaci di fare questo nostro mondo migliore. Ti abbraccia e ti solleva il Padre della misericordia. Riposa in pace, caro Franco".

Nel suo intervento il direttore generale Paolo Nusiner ha sottolineato che “l’esistenza e la personalità di Franco Anelli non possono, e non devono, essere racchiusi in quell’ultima sera”, raccontando, nei suoi ricordi personali, che “c’è sempre stato un Franco Anelli privato e intimo; un luogo isolato, un perimetro solo per lui. Chi lo ha conosciuto lo ha sperimentato bene. Ecco, oggi ci troviamo insieme, tutti noi, alle soglie di quel luogo, frastornati e sgomenti per il gesto che Franco ha compiuto lo scorso 23 maggio. Ma proprio come sempre abbiamo rispettato quel suo luogo intimo e in un certo senso inaccessibile, lo facciamo anche davanti alla sua ultima determinazione. Franco Anelli resta un uomo di grande cultura, capace di sognare e di fare, dedito con tutto sé stesso all’Università Cattolica”. Conclusa la commemorazione ufficiale, c’è stato il momento del distacco definitivo di Franco Anelli dal suo ateneo, nel quale è entrato da studente, laureandosi, e ha vissuto i vari gradini della carriera accademica. Un applauso ha salutato l'uscita del feretro dall'Aula Magna a MIlano e un altro applauso lo ha accompagnato all'uscita dal Duomo di Piacenza al termine del funerale.



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