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Cala la scure sui furbi, i disonesti e i criminali che hanno approfittato illegalmente e fatto affari sui decreti flussi degli ultimi quattro anni. Colpite sia le aziende che i lavoratori immigrati. E dietro gruppi criminali mafiosi. Ad intervenire, infatti, è la Procura della Repubblica-Dda di Salerno. Ieri uomini del Comando Carabinieri per la Tutela del Lavoro e della Guardia di Finanza di Salerno hanno eseguito la notifica a 29 Prefetture, per il tramite del ministero dell’Interno, di due provvedimenti, emessi dalla Dda di Salerno, con i quali si procede al blocco e alla revoca di 3.339 istanze per l’arrivo in Italia di altrettanti lavoratori extracomunitari, inoltrate da 142 aziende operanti prevalentemente nei settori dell’agricoltura, dell’edilizia e dell’assistenza domestica.
Provvedimenti eseguiti in collaborazione col ministero dell’Interno e, sottolineano gli inquirenti, «unici nel loro genere per le modalità di attuazione». Il riferimento è ai decreti flussi dal 2021 al 2024. Come spiegano gli investigatori coordinati dal procuratore di Salerno, Giuseppe Borrelli, dalle indagini le aziende coinvolte «sarebbero state utilizzate da più sodalizi criminali, operanti nel salernitano, già colpiti, nel luglio scorso, da provvedimenti cautelari personali per i reati di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina nonché dal sequestro di oltre un milione di euro in contanti per la presentazione di false richieste di assunzione di manodopera di cittadini extracomunitari al fine di consentirne l’illecito ingresso in Italia».
L’operazione di luglio aveva portato all’esecuzione di 47 misure cautelari e di 7 fermi, col coinvolgimento di alcuni esponenti di clan camorristi. Ora si fa un passo avanti. La comunicazione della Dda di Salerno, con l’indicazione dei nomi e delle aziende, consentirà alle 29 Prefetture interessate, distribuite su tutto il territorio nazionale (troviamo Napoli, Caserta, Potenza, Matera, Sassari, Cosenza, L’Aquila e Pesaro-Urbino) di procedere su vari fronti. In primo luogo il blocco dell’iter di concessione del nulla osta al lavoro, qualora la procedura per l’ottenimento dello stesso sia ancora in itinere, poi la segnalazione alle autorità consolari, qualora l’emissione del nulla osta al lavoro sia già avvenuta, ma non sia stato ancora rilasciato o consegnato il visto d’ingresso allo straniero o qualora rilasciato, lo straniero non abbia ancora fatto ingresso in Italia, quindi la revoca del beneficio concesso (permesso di soggiorno o contratto di soggiorno stipulato), interessando anche le Questure, qualora lo straniero sia già presente nel territorio dello Stato. Molto soddisfatta la ministra del Lavoro e delle Politiche Sociali, Marina Calderone. «È un passo importante di garanzia della legalità e un segnale molto chiaro alla criminalità organizzata». Calderone ringrazia e si congratula con Carabinieri, Finanzieri e Procura di Salerno. E assicura: «La certezza del diritto e la garanzia della correttezza nell’applicazione di qualsiasi misura e beneficio sono una priorità del ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali. Continueremo a promuovere operazioni di trasparenza e di repressione dei comportamenti delittuosi, a tutela degli stessi lavoratori e per il contrasto al loro sfruttamento».
Ricordiamo che il 5 giugno la premier Giorgia Meloni aveva incontrato il procuratore nazionale antimafia, Giovanni Melillo, per consegnare un esposto sui flussi di ingresso in Italia di lavoratori stranieri avvenuti negli ultimi anni avvalendosi dei decreti flussi. Un esposto frutto di un monitoraggio del fenomeno.
In realtà già nel 2022 si era cominciato ad indagare. Tutto era nato da un accertamento in Toscana dove erano stati trovati dei lavoratori che erano stati assunti come badanti da un soggetto di Trieste. Emerse un’organizzazione con alcuni professionisti e collegamenti con altri territori, tra i quali proprio quello di Salerno. Una rete che era riuscita a regolarizzare la posizione di migliaia di stranieri.