lunedì 23 settembre 2024
Tra questioni più urgenti da affrontare ci sono il sovraffollamento e le madri detenute con i figli. L'Organismo Congressuale Forense: «Servono azioni concrete»
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Il sistema carcerario italiano versa in uno stato di profonda crisi, una situazione che l'Organismo Congressuale Forense (Ocf) ha ripetutamente denunciato con forza, sottolineando come non sia più possibile rimandare interventi strutturali. Le criticità sono molteplici e richiedono un approccio urgente per garantire il rispetto dei diritti fondamentali e della dignità umana all'interno delle strutture detentive, così come previsto dalla nostra Costituzione.

La questione più critica e urgente da affrontare è il sovraffollamento. Al 30 giugno 2024, i penitenziari italiani ospitavano circa diecimila reclusi in più rispetto alla loro capienza massima; l’indice di sovraffollamento è del 120%. Ciò significa che i detenuti vivono in condizioni di grave disagio, che violano non solo la dignità umana, ma anche le normative europee e i principi costituzionali.

All’aumento del sovraffollamento si accompagna un incremento degli eventi critici, in particolare quelli che riflettono maggiormente il disagio detentivo: aggressioni, autolesionismo, suicidi e tentativi di suicidio, oltre alle aggressioni fisiche al personale penitenziario e amministrativo.

Nonostante le difficoltà, esistono progetti di recupero che dimostrano come sia possibile coniugare la pena con la riabilitazione. Un esempio positivo è rappresentato dal carcere di Bollate, dove alcuni detenuti hanno potuto lavorare e reintegrarsi nel mondo del lavoro, grazie anche alla Legge Smuraglia che prevede agevolazioni fiscali per chi assume detenuti. Questo meccanismo offre una reale opportunità lavorativa anche fuori dalle mura del carcere, contribuendo a ridurre il tasso di recidiva, che attualmente si attesta al 75%.

Tuttavia, progetti come quello di Bollate rappresentano ancora l'eccezione piuttosto che la regola. L'Ocf ritiene fondamentale estendere e potenziare queste iniziative, per costruire un sistema carcerario che punti concretamente al reinserimento sociale.

Un altro tema particolarmente delicato riguarda la gestione delle madri detenute e dei loro figli. Attualmente, 23 detenute madri vivono in carcere con 26 bambini. Questi numeri includono sia donne che scontano una condanna definitiva, sia coloro che sono in custodia cautelare. Le leggi attuali prevedono il rinvio obbligatorio della pena per le donne incinte e per quelle con figli fino a un anno di età. Tuttavia, con il recente "decreto sicurezza" approvato dalla Camera, questo rinvio è diventato facoltativo, una decisione che solleva forti preoccupazioni.

L'Ocf sottolinea l'urgenza di implementare soluzioni alternative, come gli istituti a custodia attenuata per madri (ICAM) e le case-famiglia protette, per garantire ai bambini un ambiente adeguato senza compromettere la sicurezza pubblica.

Di fronte a queste sfide, l'Ocf propone una serie di azioni concrete, tra cui una revisione del sistema penale per ridurre il ricorso alla detenzione per reati minori, privilegiando misure alternative come i lavori socialmente utili o la detenzione domiciliare; introducendo procedure per la concessione e l’ottenimento del beneficio della liberazione anticipata; prevedendo un aumento delle risorse destinate alla formazione del personale penitenziario, con particolare attenzione alle competenze psicopedagogiche e di mediazione culturale; la creazione di un "ponte" tra carcere e società, attraverso programmi di accompagnamento al lavoro e all'inserimento abitativo per gli ex detenuti; un potenziamento dei servizi di supporto psicologico e psichiatrico, dato l'alto tasso di problemi di salute mentale tra la popolazione carceraria.

La sfida è complessa, ma non può più essere ignorata. In gioco ci sono la dignità dei detenuti, la sicurezza della società e la credibilità del nostro sistema giudiziario. L'Avvocatura italiana è pronta a fare la sua parte, collaborando con le istituzioni e la società civile per costruire un sistema carcerario più umano, efficace e in linea con i principi costituzionali.

È tempo di agire con determinazione, perché ogni giorno di ritardo si traduce in diritti negati e in opportunità di riscatto irrimediabilmente perse.

* Componente del Dipartimento Pari Opportunità e Uguaglianza dell’Organismo Congressuale Forense

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